Caterina Chinnici va avanti: "Resto a disposizione"

La lunga attesa: Chinnici dice sì, ma il Pd è in subbuglio

La decisione. Aggiornamenti.

“Ringrazio il Partito Democratico per la nuova proposta di candidatura e per le manifestazioni di sostegno e fiducia che mi sono state rivolte sia dalla Direzione regionale che dai vertici nazionali. L’uscita del MoVimento 5 Stelle dal Campo progressista ha stravolto lo scenario, azzerando di fatto lo schema delineato con le primarie di coalizione, ma questo non preclude l’apertura di un nuovo corso. Non volterò le spalle agli elettori, quelli che hanno votato alle primarie e anche i tantissimi altri che sono pronti a sostenermi riponendo, di questo sono certa, precise aspettative nella mia storia, dandomi una consegna di responsabilità della quale, nel mio ruolo guida, intendo essere garante”.

Chiusa la ‘telenovela’

Caterina Chinnici chiude così la telenovela sul suo ritiro e conferma di essere in campo, come candidata del Pd, nonostante tutto. Nonostante la retromarcia del Movimento Cinque Stelle, le cui ragioni sono state spiegate dal leader, Giuseppe Conte, al nostro giornale. Nonostante, adesso, la sfida si presenti ardua. Una decisione che, per il momento, attutisce le polemiche all’interno del centrosinistra.

“Metto nuovamente a disposizione il mio amore per la Sicilia, il mio impegno – aggiunge l’onorevole Chinnici – nella consapevolezza che il percorso prospettato è ora più difficile. A maggior ragione, per questo, mi aspetto che con la giusta unità di intenti si creino in tutti i sensi, anche sul piano delle alleanze, i presupposti i per lavorare in totale armonia al progetto di rinnovamento che abbiamo in mente per la Sicilia”.

Una lunga attesa

L’attesa è stata snervante. Dopo il dietrofront pentastellato, la candidata in forse aveva rilasciato dichiarazioni non rasserenanti per i democratici: “Attraverso le primarie mi era stata affidata la guida di una coalizione che non esiste più. Tanta rispettosa e paziente attesa per ritrovarsi ora in uno scenario stravolto che di fatto azzera tutto e impone nuove riflessioni nel pochissimo tempo rimasto”. Sembrava la premessa delle motivazioni che avrebbero portato al ritiro. Ha avuto inizio un periodo di silenziosa inquietudine, con gli stessi esponenti del Pd che chiamavano i giornalisti per chiedere se sapessero qualcosa. Adesso, la riserva è stata sciolta.

Dalla direzione dei democratici era arrivato un appello, prima di ottenere il risultato che evita al partito una catastrofe completa. Sulla stessa falsariga Giuseppe Lupo, pure coinvolto dalla polemica sui candidati coinvolti in cronache giudiziarie e Mirello Crisafulli.

La ‘guerra’ nel partito

Ma il clima, nel Partito Democratico siciliano resta tutt’altro che sereno. “A seguito del mio intervento in direzione regionale di ieri sera, Barbagallo, sempre più nervoso, invece di spiegare le ragioni del disastro che sta determinando ha pensato di revocarmi l’incarico di coordinatore della segreteria regionale”. Così scrive su Facebook, Antonio Rubino, coordinatore regionale degli orfiniani. Le sue parole all’indirizzo del segretario regionale, Anthony Barbagallo, nel corso di una tormentata direzione regionale, erano state di fuoco: “Hai distrutto una comunità, delegittimato storie politiche, attuato sistemi peggiori di quelli dei partiti di destra. La tua permanenza alla guida del Pd rischia di causare una balcanizzazione costante: hai il dovere di farti da parte per salvare il salvabile e consentire che il Pd vada avanti verso la campagna elettorale”. Non si può dire che regni la concordia (Roberto Puglisi)


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