Covid, terze dosi e rischio: cosa cambia ora in Sicilia

Covid, terze dosi e rischio: cosa cambia ora in Sicilia

Gli esperti spingono per valutare il richiamo nei cambi di colore.
LA RELAZIONE DEL DASOE
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La Sicilia come intende affrontare l’aumento dei contagi che riguarda tutti, per evitare che anche casi meno gravi, ma non sottovalutabili a prescindere, intasino gli ospedali con percentuali dannose per la salute e per l’economia? Domani il Cts siciliano si riunirà alle sei di pomeriggio: una delle proposte è quella di considerare le terze dosi dirimenti per non incappare in restrizioni.

L’allarme di Razza

Quello lanciato dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza, è un allarme in piena regola, sia pure sostenuto da un corredo di cose da fare: “Noi oggi ci troviamo ad avere una crescita importante dei contagi come in ogni parte d’Italia. Abbiamo dato disposizione per dare a tutti i drive-in un numero adeguato di biologi per poter rafforzare l’attività, quindi raddoppiare il numero dei drive-in in tutta la Sicilia, potendo così destinare alle visite domiciliari e alla realizzazione dei vaccini domiciliari i medici che sono destinati all’emergenza. Avremo possibilmente una nuova zona di contagio che è quella derivante da un numero significativo di soggetti che non hanno ancora fatto la terza dose e per questo domani si riunirà il comitato tecnico scientifico della Regione per aggiornare i criteri che riguarderanno la colorazione delle singole realtà comunali e quindi una rivalutazione del rischio”.

Le terze dosi

Sono parole che tratteggiano il tema della riunione fissata, appunto, domani. Gli esperti del nostro Comitato Tecnico Scientifico si troveranno davanti una relazione del Dasoe, il Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, che punta proprio sulle terze dosi. Il Dasoe prende atto del calo dell’efficacia della vaccinazione dopo cinque mesi – secondo quanto affermato anche dall’Iss, il nostro Istituto superiore di sanità – raccomanda l’intensificazione della somministrazione booster e suggerisce che sarebbe opportuno, nelle valutazioni di rischio territoriale, introdurre anche la quantità di richiami per decidere e modificare. Semplificando, se un comune annovera molte persone (la percentuale è da fissare) con la terza dose, sarà ritenuto meno a rischio. E viceversa. Una nuova ‘soglia di immunizzazione’ in cui non basterà più sentirsi al sicuro, e dunque al ‘riparo’ anche da provvedimenti di Palazzo d’Orleans sui cambi di colore, soltanto con due dosi, perché ce ne vorranno tre. Si tratta di una discussione che gli esperti approfondiranno, prima della sintesi politica che appare, tuttavia, già tracciata. Cosa dicono i numeri della relazione? Che, secondo l’ultimo rapporto, di qualche giorno fa, la platea ‘eleggibile’ per il richiamo, con la seconda dose a più di 150 giorni, è di circa seicentomila over sessanta, coperti in media al 67 per cento e di un milione e mezzo di over dodici, coperti al 45 per cento.

L’appello alla prudenza

“Domani valuteremo con il comitato tecnico scientifico se proporre al presidente della Regione l’adozione di ulteriori misure di contenimento dal virus. Ma quello che è importante è il rispetto quasi maniacale delle regole. Si può fare molto – ecco l’appello di Razza -, si può continuare a vivere in maniera ordinata. Bisogna farlo con la dovuta attenzione altrimenti si mandano a rischio le attività economiche. I cittadini ci devono dare una mano, agevolando la terza dose”.


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