Sicilia e- Servizi, l'accusa: | "Dirigenti, compensi illeciti" - Live Sicilia

Sicilia e- Servizi, l’accusa: | “Dirigenti, compensi illeciti”

Ars, la commissione si divide sul documento
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C’è una data, un bivio a dividere le due facce di Sicilia e-Servizi. Società virtuosa ed efficiente, fino al 2008, confusa, disorganizzata e inefficace da quella data a oggi. Con questa precisazione, la commissione d’indagine all’Ars sul piano di informatizzazione della Regione ha iniziato il capitolo delle “conclusioni”. Pagine molto dure, nei confronti della gestione della partecipata, che da pochi giorni è stata messa in liquidazione.

Nella relazione della commissione presieduta da Riccardo Savona, emerge un quadro di confusione totale. Di approssimazione. Addirittura, i commissari sottolineano “la mancata tempestiva individuazione dell’ufficio dell’amministrazione regionale competente a svolgere la direzione dei lavori relativi alla PTI”. Insomma, non era chiaro nemmeno quale ramo della Regione dovesse coordinare gli interventi della partecipata. Ma non solo. “La mancata “strutturazione” della Sicilia e-Servizi S.p.A” rappresenta “una grave irregolarità che mette a repentaglio non solo la continuità aziendale della stessa, ma probabilmente anche l’utilità di gran parte del piano di informatizzazione realizzato fino a questo momento”.

Offline. La regione rischia di andare offline. Questo si legge nelle pagine della relazione, che tocca altri punti “caldi”. A cominciare dall’enorme credito (oltre settanta milioni di euro) vantato dal socio privato nei confronti della Regione. Una questione sulla quale il governo ha provato a intervenire anche attraverso un “componimento bonario”: “L’esito di tale tentativo, però, – precisa la commissione – non è ad oggi apprezzabile, non essendosi ancora raggiunto un accordo tra le parti sul debito pregresso e non essendo stato avviato il cd popolamento della società Sicilia e-Servizi in modo da consentirle l’autonomo raggiungimento dello scopo sociale statutario”.

Per la verità, al di là del famoso ripopolamento (250 assunzioni spesso annunciate ma mai compiute), la commissione s’è soffermata su chi, al momento, è già assunto in Sicilia e-Servizi. E a questo proposito, pur non entrando nello specifico delle cifre, attraverso la relazione chiederà al governo di chiarire “le modalità di reclutamento, la natura del rapporto contrattuale del personale in servizio (5 dirigenti, 4 quadri e 3 impiegati), in particolare se si tratti di contratti a tempo determinato o indeterminato”. Ma soprattutto, ed ecco uno dei punti che probabilmente susciterà maggiori reazioni, “i criteri adottati per determinare i compensi di queste figure, in particolare per quanto riguarda i dirigenti, apparendo in certi casi, sproporzionati se non illegali”. Infine, “quali iniziative intenda adottare il socio di maggioranza Regione siciliana sulla composizione bonaria delle controversie in merito al debito pregresso (nel frattempo lievitato, sembrerebbe da notizie assunte, a circa 76 milioni di euro)”.

Compensi sproporzionati, se non illegali. E tra i nomi, non mancano certamente i “noti”. Tra i contratti a tempo indeterminato anche quello di Pietro Cammarata, figlio dell’ex sindaco di Palermo. “Non si può non rilevare – prosegue la commissione – comportamenti omissivi ed inerzie nella realizzazione complessiva del Piano realizzato dalla società (emblematici i disservizi , per citare un caso, registrati nel progetto SIC). Occorre infine verificare se esistano le condizioni, alla scadenza contrattuale, per la prosecuzione del rapporto sociale o se non sia più conveniente per la Regione – concludono i deputati – rilevare l’intera partecipazione azionaria, mettere in liquidazione la Sicilia e-Servizi spa e proseguire il Piano di informatizzazione attraverso una nuova struttura societaria”. Ma la liquidazione, a dire il vero, è già partita.

La discussione sulla relazione conclusiva della commissione parlamentare era prevista all’ordine del giorno della seduta d’Aula di oggi. Ma ecco il “giallo”. La discussione non s’è tenuta e la commissione è stata riconvocata per approvare la relazione. Cos’è successo? “Una cosa molto semplice – spiega Marianna Caronia, uno dei deputati della commissione – quella di divulgare quel testo è stata una scelta arbitraria del presidente Savona. Nè io, nè il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, nè Franco Mineo abbiamo mai firmato quella relazione, nè ricordiamo di essere stati convocati per farlo. Tra l’altro, per entrare nel merito, la relazione chiede la liquidazione della società quando questa decisione è già stata presa. Sarebbe stato più utile – aggiunge – ridiscutere la faccenda Sicilia e-Servizi inserendola nel più ampio quadro del riordino delle partecipate, dal quale finora era rimasta fuori. Aspettiamo insomma di rivedere quel testo e speriamo di poterlo approvare alla luce di queste novità”.


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