Il ritorno di Cuffaro all'Ars, chi sono gli uomini chiave della sua lista

Cuffaro torna all’Ars: la scalata dei nuovi democristiani

L'ex governatore e la Nuova Dc piazzano quattro deputati in parlamento
ELEZIONI REGIONALI
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PALERMO – “La Dc sarà una bella sorpresa alle imminenti elezioni regionali”, aveva detto Totò Cuffaro due giorni prima dal voto. Sapeva di avere messo in lista le persone giuste. Le urne non hanno tradito il suo pronostico. Cuffaro torna all’Assemblea regionale siciliana. E lo fa, seppure non in prima persona, da politico.

L’interdizione dopo la condanna e il carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto d’ufficio gli impedisce di ricoprire incarichi nei pubblici. Non di fare politica, né di dettare la linea della Nuova Democrazia Cristiana, di scegliere gli uomini delle liste.

Cinque deputati siederanno nel parlamento regionale per il partito di cui è il leader indiscusso. Cuffaro, dunque, torna all’Ars, e stavolta non per un convegno che si porta dietro polemiche, come è accaduto in passato.

Nei mesi scorsi, già in occasione della campagna elettorale alle comunali di Palermo si erano levate voci indignate. Una su tutte quella di Alfredo Morvillo, magistrato e fratello di Francesca, giudice morta assieme al marito, Giovanni Falcone, nell’attentato di Capaci.

“C’è chi attualmente strizza l’occhio a personaggi condannati per mafia, c’è una Palermo che gli va dietro, se li contende e li sostiene”, aveva detto Morvillo. Il passato, con tutti il peso delle condanne, si è fatto presente. Cuffaro ha risposto in maniera netta, ma pacata. Ha pagato il conto con la giustizia e vuole andare avanti.

Come? Coltivando il progetto, divenuto realtà, di piazzare uomini del suo partito prima al Comune e poi alla Regione. Uomini e donne “liberi dalla mafia e dal suo inaccettabile condizionamento della persona e dell’impresa”, aveva aggiunto Cuffaro alla vigilia del voto per arginare il richiamo ai temi etici e morali di chi avrebbe voluto che restasse fuori da ogni forma di attività politica.

I deputati eletti sono quattro: Nunzia Albano eletta a Palermo, Andrea Messina a Catania, Ignazio Abbate a Ragusa, Carmelo Pace ad Agrigento.

Albano ci ha provato lo scorso giugno candidandosi alle Comunali di Palermo. Non ce l’ha fatta. Cuffaro l’ha voluta in corsa anche alle successive regionali. E lei lo ha pubblicamente ringraziato dopo l’elezione. Alle sue spalle una lunga carriera di medico legale. È stata la prima donna siciliana a ricoprire questo ruolo lavorando in una stagione segnata per sempre dall’orrore mafioso. Cera anche Albano fra i medici che ispezionarono i cadaveri di Libero Grassi e Giovanni Falcone.

Eletto pure il catanese Andrea Messina. Anche in questo caso Cuffaro ha scelto il candidato vincente. Due volte ex sindaco di San Giovanni La Punta, la seconda confermato con un risultato plebiscitario, e poi rimasto in Comune come consulente del suo successore.

Plebiscitario nel contesto del suo partito è stato il consenso raccolto da Ignazio Abbate in provincia di Ragusa. Ha totalizzato quasi 14.500 preferenze. Gli altri candidati candidati in lista, tutti insieme, hanno racimolato 700 voti. C’è un dato che colpisce più degli altri. Abbate è stato sindaco di Modica nel 2013 quando, lui che faceva parte dei Democratici di sinistra, non entrò nel Pd e infine scelse l’Udc. Si è dimesso ad un anno dalla scadenza del suo secondo mandato per candidarsi alle Regionali. Di mestiere fa l’imprenditore nel settore vivaistico. Un cognome storico, il suo, a Modica. Storico e molto amato visto nella sola città di Modica – ed è il dato che conferma la scelta vincente – lo hanno votato quasi 10 mila persone.

Il quarto eletto è Carmelo Pace, in provincia di Agrigento. Ex sindaco di Ribera per due mandati, dopo essere stato consigliere comunale e anche vice presidente della provincia di Agrigento.

Sono loro i quattro deputati che riportano all’Ars Totò Cuffaro, che mai ha dubitato di non riuscire a superare lo sbarramento. Sapeva di potere contare nella forza delle sue liste. In realtà a rappresentare la Nuova Dc c’è un quinto neo parlamentare, Serafina Marchetta. Con lei il sistema elettorale è stato provvidenziale. Il suo resterà un record nella storia politica siciliana difficile da superare.

E’ stata eletta all’Ars perché inserita nel listino di Renato Schifani, ma la prova dell’urna è stata fallimentare: appena 25 voti per la moglie del segretario regionale dell’Udc Decio Terrana, neppure lui eletto. Il listino è stato una manna dal cielo.


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