"Un patrimonio a rischio": fine delle televisioni locali? - Live Sicilia

“Un patrimonio a rischio”: fine delle televisioni locali?

Decine di Tv rischiano di scomparire a fine aprile in seguito a un cambio di frequenze

CATANIA – Uno tsunami silenzioso sta per abbattersi su 86 televisioni locali della Sicilia. A causa del nuovo piano nazionale delle frequenze, dal 28 aprile le realtà televisive locali si troveranno senza un canale su cui trasmettere e dunque non raggiungeranno più i cittadini. La causa è la riallocazione dei canali, con la destinazione di alcune frequenze alla telefonia mobile e un cambio di tecnologia. La denuncia di Giuseppe Ranno, di Videostar: “Un patrimonio di esperienze e di servizi locali che sparirà nel nulla”.

La banda che sparisce

All’origine della ‘cancellazione’ delle tv locali c’è un misto di tecnologia e burocrazia. La decisione dell’Unione Europea di destinare la banda radio dei 700mhz alla telefonia 5G, infatti, ha costretto ogni autorità nazionale a redistribuire tutte le frequenze e utilizzare una nuova tecnologia digitale, in modo da poter continuare a trasmettere gli stessi canali in una banda più stretta. La nuova distribuzione di frequenze, però, è stata fatta attraverso dei bandi, divisi per regione ma gestiti dal Mise e dall’Agcom.

Le graduatorie e lo spegnimento

A spiegare cosa è successo con i bandi è Giuseppe Ranno, della tv Videostar che trasmette da Biancavilla: “Sono state fatte delle graduatorie tra emittenti locali – dice Ranno – ma alla fine chi è risultato idoneo, ovvero nel primo livello di classificazione, è soltanto un pugno di televisioni, tra cinque e dieci. A questo livello si può trasmettere su tutta la Sicilia, pagando a Rai Way, che gestisce le frequence, decine di migliaia di euro di canone all’anno”.

E le altre emittenti, quelle più piccole? “Sono state messe in una seconda fascia – racconta ancora Ranno – dato che non potevano affrontare una diffusione regionale, né i relativi canoni. Ma di fatto perderanno la frequenza su cui trasmettono, anche a livello locale. Dal 28 aprile spariremo dall’etere.”

La divisione per graduatorie ha causato anche la classica situazione paradossale generata dalla burocrazia: “A Videostar hanno detto che non ci sono frequenze disponibili né a Catania né a Siracusa, a causa di interferenze con Malta – dice Ranno – ma che può trasmettere nella zona di Palermo o di Messina. La nostra è una televisione radicata nel catanese, abbiamo sede a Biancavilla e trasmettiamo a un’audience locale. Cosa dovremmo fare, a Palermo o Messina?”

Un patrimonio cancellato

A causa di questi passaggi decine di televisioni locali, che per anni sono state l’ossatura dell’informazione locale per centinaia di migliaia di persone, rischiano di sparire. Un patrimonio perduto: “In 36 anni abbiamo sviluppato un radicamento sul territorio – dice Ranno – e offriamo un servizio a quelle persone anziane che, senza la televisione locale, non uscirebbero di casa e non riuscirebbero a partecipare alla vita della comunità. E oltre alle relazioni e all’importanza di una voce sul territorio si perde anche un patrimonio di competenze e di lavoro: intorno a una televisione locale ruotano decine di persone, dai giornalisti ai tecnici, e tutto questo sarà perduto se non si troverà il modo di continuare a trasmettere”.


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