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Trivelle, esulta il fronte del no

Ncd: "Non vogliamo svendere il nostro territorio". Legambiente: "Idea di sviluppo molto vecchia"

Dopo il voto dell'Ars
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PALERMO – Il tema delle trivellazioni nel Mediterraneo, dopo il voto dell’Ars di ieri, tiene ancora banco nel dibattito politico. “Quanto avvenuto ieri sera all’Ars chiarisce che anche in Sicilia la maggioranza dei parlamentari è sostanzialmente contraria alla corsa all’oro nero rilanciata con lo “Sblocca Italia” dal governo Renzi. Si tratta di una idea di sviluppo molto vecchia, antistorica e per nulla conveniente. Le cifre – dichiarano Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia, e Claudio Conti, della segreteria regionale di Legambiente Sicilia – correttamente riportate anche dagli organi di stampa, a prima vista sembrano grandi. Se comparate ai consumi interni del nostro Paese, si dimostra facilmente che sono davvero poca cosa.

Tra gli altri provvedimenti approvati ieri da Sala d’Ercole anche l’ordine del giorno di Giorgio Assenza (Forza Italia) che si pone in netta e assoluta contrapposizione all’art.38 di Sblocca Italia: cioè contro le nuove trivellazioni previste nel Canale di Sicilia.e coltivazione di idrocarburi nei fondali marini in quello specifico contesto”.

“Il voto con cui l’Assemblea Regionale Siciliana ha detto un chiaro no alle trivellazioni petrolifere nei mari della Sicilia è un grande risultato dei movimenti, dei Comuni e dell’Anci Sicilia, che insieme alle organizzazioni ambientaliste stanno conducendo una battaglia di civiltà e legalità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia e contro le speculazioni”, scrive in una nota Leoluca orlando.

“La Sicilia non può essere terra di conquista delle multinazionali e ogni iniziativa di questo genere deve necessariamente passare per un parere del Parlamento siciliano” dice D’Asero, il quale presenta un atto ispettivo all’Ars firmato da tutto il gruppo Ncd sulle annunciate nuove trivellazioni nel Canale di Sicilia, ex art.38 di Sblocca Italia.

“Bisogna sollecitare il governo nazionale – conclude D’Asero – affinché urgentemente avvii uno studio scientifico accurato sulle conseguenze ambientali di nuove trivellazioni in fondali a forte tipicità naturalistica. A monitoraggio scientifico ultimato ma soltanto nel caso non si evidenzino nuovi seri problemi di inquinamento e danneggiamento del Canale, si potrà anche parlare di un forte corrispettivo economico, che per il momento non sembra esserci, per la nostra Isola”.

Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ncd spiega: “Sul tema delle trivellazioni Ncd si è espresso in Sicilia come a Roma. Noi non vogliamo svendere il nostro territorio. Ieri all’Ars abbiamo votato a favore dell’ODG presentato dal M5S contro le trivellazioni selvagge, ma abbiamo anche, attraverso il senatore Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato, fatto approvare in quella sede un ODG in materia di tutela del Canale di Sicilia dalle trivellazioni petrolifere, che impegna il governo nazionale a sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni di ricerca e coltivazione di idrocarburi nei fondali marini del canale di Sicilia, oltre che l’operatività di quelle già rilasciate, per almeno un biennio e comunque fino alla conclusione di un’approfondita indagine tecnico-scientifica, da affidare all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale) e all’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) su incarico del Ministero dello sviluppo economico, per l’individuazione ed adozione di idonee misure di assoluta garanzia per gli ecosistemi naturali interessati e per le attività turistiche e della pesca nell’area, a fronte dei rischi prodotti da dette attività di ricerca “.

 


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