Un altro giro di giostra - Live Sicilia

Un altro giro di giostra

La giornata di Lombardo
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E’ stato un altro giorno difficile per Raffaele Lombardo. Il primo caffè gliel’ha rovinato Addiopizzo con una lettera amara da trangugiare, una lettera agra come il fiele, con una richiesta perentoria incorporata: dimissioni. Barbara Spinelli su “Repubblica” si è poi iscritta al club degli “ascari di professione”. In un fondo ha scagliato anatemi pesantissimi sull’ osceno sostegno (ipse dixit) del Pd al governatore. E’ evidente che l’imbuto si restringe. Raffaele Lombardo non può attaccare Addiopizzo con la stessa strategia con cui ha tentato di silenziare i suoi detrattori. Non può denunciare interessi occulti, inconfessabili, o contiguità col malaffare. Gli rimbalzerebbero addosso.  Anche il riferimento a presunte “strumentalizzazioni” è sembrato debole, inefficace. Addiopizzo ha puntato il dito contro una chiarissima nudità del potere.

Non sono molti i jolly nelle mani di Lombardo. Tutto si basa sulla sua capacità stregonesca, da illusionista che nasconde l’essenziale. Il presidente affascina, tratteggiandosi come vittima di un sistema di potere iniquo (ma lui dove è stato negli ultimi trent’anni?) e sfidando a singolar tenzone il Nord, da paladino etneo della Trinacria. Espedienti forse utili, forse chissà. I suoi contraddittori hanno – ahilui – a disposizione fatti più sostanziosi e non da ora. Le carte della Procura inquietano. Se uno vuole tapparsi gli occhi è un conto,  a leggerle c’è da porsi qualche quesito, perlomeno di carattere morale. La politica regionale è alla paralisi. Ogni giorno – facile previsione la nostra – si parla dei dolori presidenziali e non dei problemi della Sicilia. E se ne parla mica per un complotto della stampa bolscevica e fitusa, semplicemente perché la massima istituzione è ingolfata in un tunnel da cui non riesce più a uscire.

Il Pd dal canto suo fa orecchie da mercante. A scorrere l’intervista rilasciata da Giuseppe Lupo al nostro giornale si ha l’impressione di una confusione estrema. Abbiamo sempre ribadito e confermiamo la nostra stima per un segretario regionale che è uomo perbene e cristallino. Ora temiamo che non basti. No, non basta una persona soltanto onesta a governare i marosi in cui il Pd si dibatte. Ci vuole uno capace di fare politica e di stabilire una linea che permetta il recupero di un’identità legata da sempre ai valori della coerenza e della legalità. Un retroterra che oggi ci appare francamente sconfessato. E il conto, prima o poi, sarà caro.

Così un altro giro di giostra è terminato, un altro tramonto è calato. Domani assisteremo a un nuovo giorno di paralisi, polemiche e accuse. Sarà l’ennesimo giro di giostra.  Ne vale la pena?  Quando la musica sarà finita, chi pagherà il biglietto?


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