Un toscano vuole regalare energia| "Nessuna risposta, provo altrove?" - Live Sicilia

Un toscano vuole regalare energia| “Nessuna risposta, provo altrove?”

Stefano Goracci vuole investire un milione per costruire un impianto di biomasse alla Favorita. E riscalderebbe a costo zero la piscina olimpionica. "C'è tempo fino a dicembre, poi dovrò andare in Puglia o in Basilicata". (foto Ponente)

PALERMO - IL CASO
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L'impianto di Reggio Emilia

PALERMO – “Questa è un’opportunità per Palermo, ma, mio malgrado, se non avrò risposte dall’amministrazione comunale entro dicembre dovrò cercare di realizzare la mia idea altrove, malgrado i costi già sostenuti per metterla a punto”. Stefano Goracci è un ingegnere toscano, titolare dell’azienda milanese “I&C”, e ha un progetto nel cassetto: realizzare un impianto di biomasse alla Favorita, capace di produrre energia “gassificando” ramaglie e scarti di potature consentendo anche di abbattere del 100% le spese di riscaldamento della piscina olimpionica di viale del Fante. Tutte cose che oggi il Comune fa a proprie spese: fino a centomila euro al mese per riscaldare l’acqua dell’impianto sportivo e circa un milione l’anno per smaltire le ramaglie, visto che bisogna portarle fuori città.

L’idea di Goracci è ambiziosa: realizzare anche nel capoluogo siciliano un impianto simile a quello appena costruito a Reggio Emilia, sulla base di un’idea innovativa messa a punto anche grazie al Politecnico di Milano, tutto a proprie spese e con un progetto di finanza. Il che vuol dire, tradotto in soldoni, che un soggetto propone un’idea che all’ente locale non costa nulla e prevede un investimento del tutto privato: se il Comune ritiene l’idea valida, la mette a gara e a parità di offerta economica chi ha presentato l’idea ha la priorità. Ma solo se non c’è qualcun altro che propone condizioni migliori. Un sistema che, a conti fatti, consente a un Comune di realizzare opere a costo zero e a un privato di effettuare investimenti che si ripagano col tempo, con una gara trasparente e senza affidamenti diretti. Una formula di partenariato pubblico-privato che, in tempi di crisi di liquidità come quello attuale, per gli enti locali è assai vantaggioso. Basti pensare che a Palermo dovrebbero essere realizzati, con progetti di finanza, il centro congressi della Fiera del Mediterraneo, l’Acquario e perfino il cimitero dei Ciaculli.

Il problema, però, è il tempo. “Dal 2005 mi occupo di energie rinnovabili – spiega Goracci – e nel novembre 2012 abbiamo presentato questo progetto al comune di Palermo, nella persona dell’allora assessore al Verde Giuseppe Barbera che, il 6 dicembre, con una nota ha manifestato l’interesse del Comune per la nostra idea. Nel marzo scorso, dopo avere messo a punto il progetto nella versione più avanzata e innovativa, lo abbiamo presentato ufficialmente in due fasi, dopo un attento confronto sulle soluzioni logistiche e finanziarie con l’allora front office del Comune, ma, da allora, non abbiamo avuto alcuna risposta. E il problema è che il tempo stringe”.

Un esempio di impianto

L’impianto da 200 kw, secondo l’idea iniziale, dovrebbe sorgere in linea d’aria alle spalle della piscina, accanto allo stadio Barbera (su un’area di 10mila metri quadrati, impiegando almeno due persone), e sarebbe in grado di trasformare fino a 6.000 tonnellate di ramaglie l’anno, che già oggi vengono convogliate alla Favorita, in gas metano che poi verrebbe utilizzato, con impatto ambientale nullo, dall’azienda per produrre energia elettrica da immettere in rete e per riscaldare gratuitamente la piscina comunale. Inoltre il residuo, ovvero il carbone, potrebbe essere un ottimo fertilizzante per l’agricoltura.

Un investimento da un milione di euro che prevede anche di regalare al Comune l’energia per riscaldare la piscina. “Il Comune in questi due anni ci ha incoraggiato ad andare avanti – aggiunge Goracci – tanto che abbiamo presentato un piano finanziario assolutamente sostenibile che però si basa su un incentivo statale, il decreto rinnovabili non fotovoltaico, che scade a fine 2015. Considerando che per fare la gara e montare l’impianto serve un anno, il Comune deve darci una risposta entro dicembre”.

E dire che a luglio il consiglio comunale ha approvato una delibera perché un apposito front office dia un parere sui progetti di finanza entro 60 giorni, anche per quelli già presentati. Cosa che però non si è verificata. “In un momento di congiuntura economica così difficile per Palermo – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – l’interesse di investitori privati per realizzare iniziative a Palermo deve avere massima priorità e massima attenzione da parte dell’amministrazione. In questo senso nel luglio 2014 il consiglio comunale ha approvato una delibera tesa a dare certezze di tempi e massima trasparenza nell’analisi delle iniziative di partenariato pubblico-privato. Ad oggi il front office, precedentemente costituito per l’analisi di tali iniziative, non risulta operativo con la conseguenza che iniziative come quella dell’impianto di biomassa presentata nel marzo del 2014 attendono ancora una risposta da parte dell’amministrazione, con il rischio che questo, come altri investitori privati, optino per altre città come sede dei propri investimenti”. “Il consiglio comunale si è determinato, ritengo giusto che l’amministrazione attiva segua le indicazioni del consiglio – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – della vicenda informerò il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia Orlando. Ci impegniamo a convocare le parti la prossima settimana direttamente in commissione Urbanistica”. Da Palazzo delle Aquile si limitano a far osservare che è in corso la riorganizzazione degli uffici tecnici e che la proposta solo da poco tempo è all’attenzione di chi di competenza.

Intanto il tempo stringe e in assenza di risposte il progetto verrà riprogettato e realizzato altrove. “Ne abbiamo parlato a giugno col sindaco che ci ha incoraggiati, siamo stati convocati in commissione Urbanistica a fine luglio e ci siamo tornati volontariamente a settembre – conclude l’ingegnere – non lo faccio per me, mi piace però dimostrare che il progetto funziona per motivare gli amministratori locali e gli imprenditori anche a sfruttare questo tipo di strumento di concessione pubblica, il paternariato pubblico-privato. Il Comune ci dica cosa intende fare, poi parteciperemo alla gara come gli altri e, se ci sarà qualcuno che farà condizioni migliori, sarà lui a farlo. Ma se non lo faccio qui proverò a farlo in Puglia o in Basilicata, dove gli amministratori locali si sono mostrati molto interessati, anche se mi dispiacerebbe per Palermo: siete voi a perdere l’occasione. Il Comune ci dica cosa intende fare. E se qualcuno ha dubbi sui progetti di finanza, rendete tutto trasparente, come in un palazzo di vetro, in modo da fugare sospetti di interessi privati”.

LE REAZIONI
“Abbiamo più volte sollecitato l’amministrazione a dotarsi di un piano per l’abbattimento delle spese per le utenze telefoniche e il riscaldamento – dice il capogruppo Idv Filippo Occhipinti – questo progetto delle biomasse potrebbe essere un’opportunità preziosa, ma ancora una volta tutto tace. Perché continuare a pagare, senza provare a risparmiare un po’?”.


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