Una nuova casa per i moderati | Nel centrodestra si apre il balletto - Live Sicilia

Una nuova casa per i moderati | Nel centrodestra si apre il balletto

I piani di Musumeci e Micciché. La polemica di Romano. Sullo sfondo la partita del rimpasto.

Dopo le Europee
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PALERMO – Pronti via. Ventiquattr’ore sono bastate dopo le Europee per avviare nel centrodestra siciliano il dibattito sul suo futuro. Nello Musumeci parla di rimpasto imminente, già entro l’estate, e torna a dissertare di un nuovo soggetto politico che unisca i moderati e abbia la Lega alla sua destra come interlocutore naturale. Un progetto caro al governatore che nei mesi scorsi ne ha parlato con il governatore forzista della Liguria Giovanni Toti. L’idea di una rifondazione moderata e neocentrista piace com’è noto a Gianfranco Micciché. Che però non condivide con Musumeci quella gran voglia di dialogare con la Lega, vista dal leader di Forza Italia ormai non più come un alleato. Micciché però preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno e manifestare sintonia con Musumeci: “Così come auspicato oggi stesso dal presidente Musumeci –dice il leader forzista – è necessario strutturare un soggetto moderato che sia interprete delle istanze territoriali, liberali, europeiste e che stia a sinistra di Salvini e non alla sua destra”.

Tutti d’accordo allora? Non esattamente, ma il dibattito è aperto. E il modello sperimentato da Forza Italia in Sicilia alle Europee con l’apertura a moderati non provenienti da Forza Italia è stato vincente. Micciché lo ribadisce, porgendo il ramoscello d’ulivo a Saverio Romano, che oggi ha rivendicato il suo contributo alla lista  (73mila voti di moderati extra Forza Italia) rimproverando certi eccessi allo stesso Micciché (“Non credo ci sia nulla da festeggiare politicamente da parte sua”, ha detto tra l’altro Romano): “Senza l’apporto di Saverio Romano – dice adesso il presidente dell’Ars – non sarebbe stato possibile raggiungere il 17% in Sicilia. L’obiettivo, pienamente centrato, era rappresentare un modello di polo moderato e il successo elettorale di Forza Italia è da ascrivere al successo di questo modello”.

Il “tutti insieme appassionatamente” va ripetuto, secondo Micciché. Che nomina i protagonisti del nuovo corso centrista: “Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’apporto dell’Udc, di Sicilia Futura, di Saverio Romano e Cateno De Luca, dei Popolari e Autonomisti e di tutte le altre forze che hanno aderito a questo progetto. Adesso è giunto il momento di sedersi attorno ad un tavolo e dare corpo a questo nuovo polo moderato, andando anche al di là delle forze politiche che componevano la lista di FI”.

Dal canto suo, Romano mette le mani avanti rispetto a possibili appetiti dei soci sovranisti della coalizione di centrodestra usciti molto rafforzati dalle Europee: “Più peso a Lega e FdI nel governo della Regione? Voglio essere rispettato per il consenso ricevuto nel voto alle europee con 74 mila preferenze, per il sostegno dato all’elezione del presidente Musumeci e per la proposta politica. Se invece porte aperte alla Renault, posso anche fare un passo indietro”.

Dal movimento di Musumeci, che in questa tornata elettorale è rimasto alla finestra senza pesarsi, si ribadisce che “esistono le ragioni per creare un nuovo soggetto politico, con DiventeràBellissima nel ruolo di cofondatore a condizione che le legittime istanze dei siciliani siano parte fondamentale e irrinunciabile di questo progetto. La nostra prima scelta, tuttavia, sarebbe quella che da mesi sosteniamo: creare un rapporto federativo tra DiventeràBellissima e un soggetto politico nazionale già esistente, sempre nell’esclusivo interesse della Sicilia”. Così i deputati all’Ars di DiventeràBellissima. Il piano B del patto federativo (con la Lega?) resta aperto. Lo ha detto del resto lo stesso Musumeci oggi: “Dipenderà dalle condizioni nel senso che dobbiamo mettere assieme quattro, cinque soggetti di sensibilità e cultura differenti per capire se si può arrivare alla nascita di questo nuovo soggetto, altrimenti si penserà, e nel mio partito prevale questo tesi, a creare un patto federativo con un soggetto già esistente”. Il dibattito è aperto. E l’effetto domino delle Europee su Ars e giunta che prevedevamo ieri pomeriggio è già partito.


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