Vaccini, la Sicilia 'lumaca' che ci mette a rischio

Vaccini, la Sicilia ‘lumaca’ che ci mette tutti a rischio

Via alle prenotazioni dei cinquantenni. In ballo c'è l'estate e molto di più.

PALERMO- Per raccontare il disperato bisogno di vaccinarsi che ha la Sicilia – di sbrigarsi, di lasciare il Covid nello specchietto retrovisore, andando incontro all’estate – si può partire da una storia raccontata da LiveSicilia.it. E’ la vicenda dell’uomo di ottantatré anni che è stato colpito dalla variante brasiliana del virus, verosimilmente tra una dose di Pfizer e l’altra. Secondo i medici che l’hanno curato, proprio l’immunizzazione in corso d’opera del vaccino gli ha permesso di sopravvivere. Lo ha riconosciuto chi si è occupato materialmente di lui, lo ha confermato la dottoressa Ilaria Dilena di Villa Sofia: “Quel paziente, grazie alla somministrazione del Pfizer, nonostante il contagio con una delle varianti più insidiose, ha superato la fase critica. Altrimenti non ce l’avrebbe fatta. Voglio rinnovare l’appello a tutte le persone perplesse: i vaccini sono sicuri, il vaccino AstraZeneca che è al centro di una ingiustificata diffidenza crea una copertura molto importante, già con la prima somministrazione, e ha una minima percentuale di reazioni avverse, come ogni farmaco”. Primo frammento del discorso, mettiamolo da parte e andiamo avanti.

Lo ‘strappo’ di Musumeci

Oggi, con il nostro Salvo Cataldo, abbiamo raccontato lo ‘strappo’ del presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha scelto di procedere, aprendo le prenotazioni per i cinquantenni. Cosa che questo giornale aveva auspicato. “Dobbiamo correre – ha detto il presidente – altrimenti non usciremo più da questo tunnel, bisogna superare ogni diffidenza nei confronti del vaccino. Nessuno potrà accusarci di fughe in avanti o di non avere prestato le dovute attenzioni agli over 80 o ai soggetti fragili, ma abbiamo 250mila dosi AstraZeneca nei frigoriferi e questo non è più accettabile”. Su AstraZeneca è stato detto e scritto di tutto. Alla base di tanta confusione, ci sono comunicazioni istituzionali, a vari livelli, cominciando dall’Europa, poco chiare, se non contraddittorie. E ci sono scelte differenti che creano smarrimento. Ma rimangono le rassicurazioni delle autorità sanitarie di controllo, mentre la campagna vaccinale assume una importanza fondamentale per sconfiggere il vero nemico.

La Sicilia ultima e i rischi

Adesso, basta mettere insieme le due immagini, le due prospettive. Quella di un uomo che, come dicono i medici, si è salvato perché il vaccino gli ha evitato un decorso tragico. Quella delle dosi malinconicamente conservate in frigo. Duecentocinquantamila dosi di AstraZeneca non utilizzate portano a una conclusione: ci sono in circolazione duecentocinquantamila persone che sarebbero state protette – relativamente, ma protette – da una ‘punturina’ al braccio e che invece restano alla mercé di una patologia che ha fatto strage di famiglie. La Sicilia è ultima nella classifica nazionale che registra la percentuale tra vaccini somministrati e vaccini consegnati. Siamo intorno al settantanove per cento, perfino la Calabria, fino a ieri fanalino di coda, ci ha superato, arrivando all’ottanta per cento, con una media italiana dell’86,2. Soltanto AstraZeneca? Probabilmente, c’è una macchina da perfezionare soprattutto nei confronti dei più anziani. Da giovedì sera cominciano le prenotazioni dei cinquantenni. E speriamo di risalire la china. In ballo c’è l’estate. E molto, molto di più.


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