Traffico di droga e assalti |Trenta indagati: I NOMI - Live Sicilia

Traffico di droga e assalti |Trenta indagati: I NOMI

I particolari delle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza.
OPERAZIONE CONSEGNA A DOMICILIO
di
3 min di lettura

CATANIA – Nel quadrilatero della droga, c’era un gruppo che era riuscito a imporsi per lo smercio di sostanze stupefacenti. Un gruppo che poteva contare su relazioni di peso nel mondo della mafia e su un vero e proprio esercito che gestiva, direttamente “a domicilio”, la consegna degli stupefacenti. Il reparto antidroga della Guardia di Finanza di Catania ha chiuso, in poco più di un mese, le indagini che sfociarono negli 11 arresti del 19 maggio. La Procura guidata da Carmelo Zuccaro è pronta a chiedere il processo per 30 indagati, a vario titolo, di traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio e c’è anche un secondo gruppo di indagati accusati di furti e assalti nei centri commerciali. A condurre le indagini sono stati i sostituti Andrea Bonomo, Alessa Minicò, con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.

I NOMI – PRIMO GRUPPO – L’avviso di conclusione delle indagini, in materia di stupefacenti, è stato notificato a Antonio Bevilacqua, di Reggio Calabria; Cosimo Brancato, di Letojanni; Carmelo Bruno, di Motta Sant’Anastasia; Santo Bruno, di Librino; Sebastiano Burgaretta, residente a Portopalo di Capossero; Giuseppe Coniglio, di Enna; Mario Cosentino, di Motta Sant’Anastasia; Daniele D’Amore, residente a Gaggi, nel messinese; Riccardo di Falco, siracusano; Massimo Famà D’Assisi, messinese; Cirino Giannetto, siracusano; Cristian Matteo Gianguzzo, catanese; Filadelfo Innao, lentinese; Emanuele Pavone, di Misterbianco; Antonio Pelle, di Reggio Calabria; Antonio Rocca, siracusano; Carmelo russo, di Misterbianco, Mario Russo, catanese; Vincenzo Scala, di Portopalo di Capo Passero; Mario Ventimiglia, catanese; Giuseppe Viola, messinese; Francesco Volpe, catanese.

LE ACCUSE – Venticinque capi d’indagine. Il primo gruppo “ruota intorno”, sostengono gli inquirenti, a Carmelo Russo detto “Turazzo”, che aveva trasformato la sua casa di Misterbianco nella centrale operativa dello spaccio, un vero fortino dove si incontravano pregiudicati e sorvegliati speciali. Tra gli indagati c’è anche il fratello di Carmelo, Mario, “già condannato – scrive la Procura – per la sua appartenenza al clan mafioso dei Cursoti Milanesi”.

IL SISTEMA – I fratelli Russo mantenevano i contatti con i fornitori, palermitani e calabresi e gli acquirenti, di Messina, Siracusa e Portopalo di Capopassero. Filadelfo Innao e Cirino Giannetto detenevano la cassa comune del gruppo e, quando era necessario, facevano da corrieri degli stupefacenti.

Indagato anche Emanuele Pavone, che si sarebbe occupato della “fase di approvvigionamento della droga e della vendita nella provincia di Messina”, ma è stato scarcerato ed è caduta l’accusa del vincolo associativo. E ancora, Antonio Bevilacqua e Antonio pelle, calabresi, sarebbero stati fornitori di cocaina del gruppo catanese.

IL SECONDO GRUPPO – Gli inquirenti, con l’operazione consegna a domicilio, hanno individuato anche una seconda presunta organizzazione, che sarebbe stata “capeggiata” da Vito Danilo Caputo e Pio Giuseppe Scardaci e composta da Alfio Stancapiano e Carmelo Motta, ecco tutti i nomi: Pio Giuseppe Scardaci, di Misterbianco; Vito Danilo Caputo, del Villaggio Goretti di Catania, Alfio Stancapiano, di Belpasso; Carmelo Motta, catanese; Giuseppe Cardì, catanese; Agatino Francesco Grasso, catanese; Maria Stella Alecci, catanese; Giovanni Carmeci, catanese. I finanzieri hanno documentato che gli indagati si impossessavano delle chiavi di casa lasciate all’interno delle autovetture ( indagati in più capi d’accusa Vito Danilo Caputo, Pio Giuseppe Scardaci, Alfio Stancapiano e Carmelo Motta) e poi facevano irruzione degli appartamenti, senza lasciare alcun segno di scasso (indagati Vito Danilo Caputo, Pio Giuseppe Scardaci, Alfio Stancapiano e Carmelo Motta).

Un gruppo agguerito, che avrebbe scagliato una fiat bravo contro un negozio di siracusa, per rubare 500 capi di abbigliamento (indagati Vito Danilo Caputo, Pio Giuseppe Scardaci e Agatino Francesco Grasso), avrebbe rubato gioielli a Belpasso, in una casa (indagati Alfio Stancapiano, Maria Stella Alecci e Giovanni Carmeci), gioielli e soldi per 80mila euro in una villa di Cefalù.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI