Marsala alle urne, il grande gioco delle alleanze

Marsala va alle urne|Il gioco delle alleanze

Nella quinta città siciliana cinque candidati alla poltrona di sindaco e in 384 tentano l'elezione al consiglio comunale FOTOGALLERY
LE CITTÀ AL VOTO: IL REPORTAGE
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MARSALA (TRAPANI) – Palazzo VII Aprile attende placido la sera del 5 ottobre per conoscere i suoi nuovi inquilini tra i 384 aspiranti consiglieri, mentre i turisti girano tra Porta Garibaldi e piazza della Repubblica. Per le strade pochissimi manifesti elettorali. Nei giorni in cui il coronavirus rialza la testa, le elezioni a Marsala appaiono come un pianeta lontano: un ‘risiko’ di alleanze giocato al chiuso e che sembra non ammaliare la città. Il rispetto delle norme anti-Covid impedisce le grandi adunanze elettorali e allora avanti con piccoli incontri e con la campagna sui social: queste le elezioni al tempo del coronavirus (GUARDA LA FOTOGALLERY). Sullo sfondo, però, i temi di sempre: il nuovo porto che è ancora un miraggio, le polemiche attorno all’ospedale ‘Paolo Borsellino’ e all’aeroporto di Birgi, che da qualche anno ha smesso di ‘volare’.

Palazzo VII Aprile

CAMPAGNA ELETTORALE SOFT

Tra meno di dieci giorni la quinta città della Sicilia andrà alle urne per eleggere il sindaco e rinnovare il consiglio comunale. Una vigilia al cloroformio tra i cinque che si contenderanno la poltrona più importante. “Siamo davanti a una campagna elettorale sottotono – dice Rossana Titone, voce di ‘Rmc 101’ e conduttrice del programma di approfondimento politico ‘Il Volatore’ -. Non si parla di programmi ma solo di alleanze, manca una visione della Marsala da qui ai prossimi cinque anni”. La pensa così anche don Francesco Fiorino, figura attiva della chiesa trapanese che guida l’Opera di religione monsignor Gioacchino Di Leo: “I contenuti sociali e dello sviluppo economico e turistico sono pochi”, evidenzia il sacerdote.

LA SFIDA SI VINCE NELLE CONTRADE

Poca verve all’esterno, se si escludono le polemiche su Birgi e sulla mancata istituzione del reparto Covid all’ospedale, ma i colpi di sciabola, quelli per la formazione delle liste, sono avvenuti nelle segrete stanze in un gioco di alchimie che ha portato truppe elettorali da uno schieramento all’altro. La caccia al voto è in corso soprattutto nelle contrade. A Marsala sono tantissime, un vero e proprio labirinto prima di arrivare in centro: da Matarocco a Terrenove, passando per Paolini, Digerbato e Ciavolo. “Impossibile pensare al vecchio porta a porta in ogni casa”, dice Aldo Rodriquez, consigliere comunale uscente che ha vinto la palma di candidato sindaco per il Movimento cinque stelle. Dietro alla sua scrivania nel quartier generale di via Trapani c’è la mappa della città: “Mi affido ai candidati consiglieri per far conoscere il mio programma e la mia persona”.

Aldo Rodriquez

“GRILLO? UN’INSALATA ACIDA”

A Marsala, così come in quasi tutti i comuni siciliani al voto, M5s e Partito democratico corrono da avversari. I dem puntano sul sindaco uscente, Alberto Di Girolamo. Attorno al cardiologo prestato alla politica una coalizione con due liste civiche, il Pd e il mondo della sinistra di Claudio Fava e del suo movimento Cento passi. Il centrodestra punta su Massimo Grillo, figlio d’arte con un passato da parlamentare nazionale, oltre che all’Ars, e da assessore regionale. Una campagna elettorale condotta a bordo del suo ‘vespone’ blu e alle spalle una coalizione-monstre fatta di nove simboli: dentro ci finiscono Fratelli d’Italia, l’Udc, Forza Italia e qualche lista civica come Progettiamo Marsala che fa riferimento a Paolo Ruggieri, avvocato e dirigente di Diventerà bellissima. Tra i simboli anche quello di Via, il movimento fondato dall’ex parlamentare della Margherita Nino Papania che negli ultimi mesi ha reclutato tanti consiglieri comunali in provincia. “Una insalata acida – commenta con sarcasmo Di Girolamo -, Grillo ha messo insieme tutto e il contrario di tutto”. Il dente è avvelenato anche per il passaggio dell’attuale presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, recordman delle preferenze, sulle sponde del centrodestra. Grillo non si scompone: “Viviamo una fase di emergenza sanitaria ed economica drammatica – replica -, la città ha bisogno di un sindaco di tutti e oltre gli steccati. La mia è una proposta che mette insieme il civismo e la politica, oltre che tanti delusi dalla sinistra. Siamo uniti sul programma e sulle regole da seguire per attuarlo. Basta con gli steccati e i ‘no’, c’è bisogno di un dialogo costruttivo”.

Massimo Grillo

DUGO RACCOGLIE IL TESTIMONE DELLA LEGA

Fuori dalla coalizione di Grillo finisce la Lega e così il Carroccio gioca la carta Giacomo Dugo, docente di Chimica degli alimenti all’Università di Messina ma con radici dalle parti di capo Lilibeo. Nel suo curriculum anche un’esperienza da assessore al Comune di Marsala. Dugo incassa il sostegno dell’ex sindaca e deputata regionale Giulia Adamo, che ha dovuto rinunciare alla corsa a sindaco per la condanna al processo sulle spese pazze all’Ars. “Grillo non è un nome di destra – attacca il candidato della Lega -, la sua è una accozzaglia di colori e di finto centrodestra”. Il diretto interessato risponde: “Dugo è una brava persona ma per risolvere i problemi serve chi quei problemi li ha già affrontati e non semplicemente studiati sui libri”. Dal candidato del Carroccio siluri anche per Di Girolamo: “La città è sporca, la sinistra ha amministrato male. Un voto dato a uno dei due non porterebbe alcun cambiamento”. Parole pronunciate sorseggiando un vino delle cantine Florio, nel corso di una visita con al seguito il vice capogruppo della Lega alla Camera, Alessandro Pagano, e il segretario regionale Stefano Candiani.

IL CARROCCIO BALLA DA SOLO

Pagano parla di “effetto contagio benevolo” per Dugo: “Stiamo andando benissimo, avvertiamo la fiducia della gente che non sopporta i candidati ‘di palazzo’. Perché la Lega non è con il centrodestra? Abbiamo detto ‘no’ a modelli di gestione provenienti dal passato. La somma di liste non è garanzia di successo”. Candiani rimarca: “Qui si è materializzato un modo di fare politica che pensa alla somma algebrica e che guarda soprattutto alla gestione del potere”. Da qui l’idea-Dugo, il professore che “da sempre” si sente uomo di destra, che vedrà Salvini al suo fianco a Marsala tra qualche giorno e che vuole “rivoluzionare” il sistema della raccolta differenziata in città: “Così com’è non funziona, le campagne sono piene di rifiuti”.

Giacomo Dugo

GRASSO, DAGLI USA ALLE ELEZIONI

Tra la ‘Grosse Koalition’ di Grillo, il centrosinistra di Di Girolamo e la forza dei simboli di M5s e Lega, su cui puntano Rodriquez e Dugo, spunta anche la candidatura di Sebastiano Grasso, con il suo movimento Arcobaleno. Dopo 25 anni negli Usa, in California, è tornato con il proprio compagno che si è innamorato di questo estremo lembo di Sicilia. “Per me essere in corsa è già una vittoria”, ammette nella sua sede tra slogan No Muos e bandiere arcobaleno. Nelle settimane più dure dell’emergenza Covid ha dato una mano ai più poveri distribuendo alimenti con la sua associazione e ne è venuta fuori anche qualche polemica. Lui tira dritto: “Qui tutti promettono tutto, dal porto alle bretelle autostradali, ma sono utopie. Bisogna risvegliare l’economia con un piano da attuare nei primi cento giorni. Io devolverò il 100% del mio stipendio da sindaco in borse di studio”.

Sebastiano Grasso

RODRIQUEZ: “FONDI UE E DECENTRAMENTO”

In casa Movimento cinque stelle due le parole d’ordine del programma: fondi europei e decentramento amministrativo. I sogni della città si chiamano bretella autostradale di raccordo con Mazara del Vallo e collegamento ferroviario con l’aeroporto di Birgi. “Potrò godere di una sinergia con il governo nazionale e il vice ministro delle Infrastrutture Cancelleri – ricorda Rodriquez -. Di Girolamo? La sua è stata una gestione carente, incapace di programmare e di dialogare con il Consiglio e la città. Abbiamo provato ad avviare un percorso con il Pd, ma non è stato possibile”.

DI GIROLAMO “CONTRO TUTTI”

I quasi 5 anni di guerra aperta con la sua stessa maggioranza di partenza rappresentano l’accusa principale verso Di Girolamo, ripresa anche da Grillo: “È stato un uomo solo al comando, non ha ascoltato nessuno e ha perso per strada la sua coalizione”. Il quadro, se non le dinamiche che lo hanno generato, è condiviso dallo stesso Di Girolamo: “Ho avuto il peggiore consiglio comunale degli ultimi decenni, io sono un uomo del fare e non delle chiacchiere. Ho provato a dialogare ma la verità è che qualcuno voleva fare a tutti i costi l’assessore e che ognuno dei 30 consiglieri rappresentava se stesso. Inutile rincorrerli e così sono andato avanti intercettando fondi europei per 14mila punti luce e quasi trenta milioni per eliminare alcuni dei 27 passaggi a livello che rallentano i treni. E poi piste ciclabili e progetti contro il dissesto idrogeologico. La programmazione paga, tanti altri lavori inizieranno a breve e punto a risolvere il problema dell’acqua”.

Alberto Di Girolamo

GLI ESPERTI DI GRILLO

Ricetta che non convince Grillo. L’ex deputato ha presentato alla città la squadra di esperti e manager che sarà parte della sua governance: “Sindaco e assessori governeranno ma non sono dei ‘tuttologi’. La politica manterrà il suo primato ma è necessario servirsi di esperti”. Tra questi c’è anche Salvatore Ombra, nominato dal governo Musumeci alla guida dell’Airgest, società che gestisce l’aeroporto ‘Vincenzo Florio’. La scelta ha lasciato dietro una piccola dose di polemiche, con Di Girolamo che sottolinea: “Ombra faccia il presidente dell’Airgest, serve buonsenso…”. Ospedale e aeroporto, pillole di adrenalina per la placida campagna elettorale marsalese.

(2 – segue)

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