L'Asp di Palermo scrive a 82 Comuni: "Ricognizione morti Covid"

Asp Palermo scrive a 82 Comuni: “Ricognizione morti Covid”

Da oggi i sindaci devono comunicare i decessi avvenuti in casa, che però dovrebbe essere la stessa azienda a certificare, L'Asp ci ripensa
LA COMUNICAZIONE
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PALERMO – L’e mail inviata dalla direzione generale dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo coglie di sorpresa molti sindaci. Rischia di essere destabilizzante. Qualcuna la definisce “un’assurdità”.

A cominciare dall’oggetto – “Ricognizione deceduti Covid” -, ma anche per la richiesta: le amministrazioni comunali devono inviare giornalmente il “numero dei soggetti residenti e deceduti per Covid-19 al proprio domicilio”.

Dal calcolo vanno esclusi coloro che sono morti negli ospedali, nelle residenze sanitarie assistite e nelle case di riposo.

Alcuni sindaci degli 82 comuni della provincia di Palermo che hanno ricevuto la comunicazione dal direttore generale Daniele Faraoni si chiedono come possa l’amministrazione comunale certificare un decesso a causa del Coronavirus, su quali basi si possa fondare una relazione causa-effetto.

Le perplessità sono sostanziali e formali. Sotto il primo profilo perché anche qualora qualcuno fosse deceduto a casa è sempre il medico necroscopo dell’azienda sanitaria a compilare il certificato di morte. Bisogna pure tenere conto che se un decesso è avvenuto a casa ci si troverebbe di fronte a casi di aggravamento talmente repentino da non esserci stato il tempo di allertate il servizio di emergenza oppure sarebbe stato sottovalutato il problema.

Dunque, ed ecco l’anomalia formale, di fatto si chiede all’amministrazione comunale un dado di cui l’Asp è già in possesso. C’è infine un ulteriore interrogativo: se nasce oggi l’esigenza di cambiare le modalità di raccolta dei dati potrebbe significare che qualcosa finora è sfuggito? La comunicazione arriva in un momento di tensione, quando l’intera provincia di Palermo è stata dichiarata zona rossa.

La retromarcia dell’Asp

Dall’Asp di Palermo spiegano che “al fine di creare un sistema di verifica e controllo incrociato dei pazienti deceduti a seguito di contagio da Covid, avevamo chiesto il coinvolgimento dei sindaci, dei medici di medicina generale, delle Usca e dei Medici di Continuità assistenziale. Considerate le difficoltà riscontrate, stiamo valutando l’opportunità di lasciare quale unica comunicazione quella indicata dalla medicina necroscopica”.


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