Covid, il dolore dei medici per una bambina sfortunata

Covid, il dolore dei medici per una bambina sfortunata

Il dolore di chi ha curato la piccola spirata in ospedale. Le testimonianze.
LA TRAGEDIA DI PALERMO
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“Ho visto medici e infermieri piangere – racconta la dottoressa Maria Lucia Furnari, della direzione dell’Ospedale dei Bambini -. E’ sempre così. Non ci si abitua mai al dolore”. Ed è una fortuna che l’abitudine non si semini mai nel terreno delle lacrime. Chi ha scelto di curare i bambini, chi, per sua stessa ammissione, non potrebbe fare altro, non riesce a rassegnarsi all’ineluttabile, nonostante il peggio sia accaduto molte volte. Si soffre dannatamente, ma si resta umani.

La storia a margine della quale fioriscono le parole di cordoglio è quella della bambina di dieci anni, positiva al Covid, morta proprio all’Ospedale dei Bambini. Una bimba sofferente, con una patologia importante. Ha ricordato il dottore Salvatore Requirez, direttore sanitario del Civico e del ‘Di Cristina: “L’infezione da Sars Co2 nella variante Delta ha definitivamente destabilizzato il precario equilibrio organico di una paziente che da anni soffriva di una patologia rara e congenita”.

Poi, dopo il necessario cordoglio, che tutti sentiamo, espresso ai genitori, un riferimento a medici, infermieri, personale: “Molti di loro, domani, chiudendo per sempre la sua cartella clinica, il suo diario ambulatoriale, leggeranno quel nome con commozione. Non sarà facile dimenticarlo. Anche quando quelle carte passeranno in archivio. Perché è il simbolo agghiacciante dell’atrocità di una malattia che non ha pietà di colpire le persone più deboli e indifese”.

E perché deve essere sempre così, quando si archiviano vite che erano appena sbocciate. La morte, che resta il supremo evento tragico per tutti, assume una sfumatura di disperazione se arriva nell’istante in cui fiorisce la gioia, negli occhi di un bambino.

Non sono mancati gli omaggi dei lettori di LiveSicilia.it e non solo. Ha scritto Lavinia: “Che Dio dia la forza ai suoi cari e la accolga nella sua luce”. Vito ha scritto: “Povero angelo, che Dio possa consolare la famiglia”. Dio e gli angeli sono le parole più spese per affrontare la morte di una bellissima creatura innocente. Non si può fare altro che guardare il cielo al limite di una sofferenza impossibile. Grazie a chiunque abbia deposto un fiore.


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