Musumeci e la cena con 17 persone, sindaco scatena la polemica

Musumeci e la cena con 17 persone, sindaco scatena la polemica

Parla di "sgarbo istituzionale", Ruggero Strano, per cui il presidente della Regione avrebbe reagito in modo "vergognoso".
CASTEL DI IUDICA
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CASTEL DI IUDICA – L’aria era già infuocata e non soltanto per le roventi temperature estive. Ma la fotografia che immortala il presidente della Regione, Nello Musumeci, seduto a tavola con una ventina di persone, tutto lecito ma forse un segnale discordante in un momento così delicato per l’emergenza pandemica in Sicilia, è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso.

La reazione del sindaco Strano

A “traboccare” è stato il sindaco di Castel di iudica, Ruggero Strano, che in una lunga diretta sulla propria pagina Facebook ha attaccato Musumeci, parlando di sgarbo istituzionale ed elencando una serie di motivi per cui il presidente Musumeci avrebbe reagito in modo “vergognoso”.

La diretta Facebook

“L’altro giorno ho fatto il pugno duro e ho contestato un’ordinanza che ho ritenuto molto originale. E non solo io – afferma il sindaco Strano. Anche il garante della privacy lo ha fatto, e il presidente della Regione ha dovuto fare retromarcia”. Da questa contestazione, che si aggiunge alle altre, sarebbe derivata per Strano la reazione poco istituzionale.

“Sgarbo istituzionale”

“Musumeci si trova a Castel di Iudica, in pizzeria a mangiare la pizza a raccogliere commenti nei confronti del sindaco Strano, come mi hanno detto” – prosegue il primo cittadino che pone l’accento sul fatto di non essere stato invitato anche se, poiché in quarantena, non avrebbe potuto partecipare comunque. “Il presidente della Regione deve comprendere che le ordinanze possono essere criticate. Succede anche a me. Ma quello che stai facendo tu in maniera un’elegante ti costerà in termini di consenso elettorale – prosegue rivolgendosi direttamente a Nello Musumeci, definito “un presidente che fa uno sgambetto al sindaco perché ha avuto il coraggio di criticarlo, che non è di comodo e dice la verità. Ma l’offesa – conclude – non è di chi la riceve ma di chi la fa”.


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