Turismo, italiani o stranieri: chi ha portato il Covid in Sicilia

Turismo, italiani o stranieri: chi ha portato il Covid in Sicilia

I numeri fotografano la diffusione del contagio e ci sono delle sorprese

PALERMO – L’obiettivo era ed è salvare la stagione turistica nell’estate del Covid. L’Italia è stata tutta in zona bianca. Lo è tuttora tranne la Sicilia passata in giallo da alcuni giorni. Si è scelto un compromesso: transito libero da una regione italiana all’altra e tamponi obbligatori solo per chi proviene da alcuni paesi stranieri: Francia, Grecia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Malta e per ultimo Stati Uniti. Una regola imposta dalle ordinanze del governo nazionale e di quello regionale.

La colpa è dei turisti?

Gli esperti individuano nei flussi turistici una delle principali cause del diffondersi del contagio in Sicilia. A giudicare dai numeri il compromesso è stato inefficace sul fronte del contenimento della pandemia, ma ha dato respiro ai tanti operatori che vivono grazie al turismo. Sarebbe stato un disastro economico da ko. Dal punto di vista sanitario le ordinanze hanno limitato i danni, ma non hanno contenuto il virus.

Milioni di persone, pochissimi controlli

Migliaia di persone – italiani che hanno scelto la Sicilia per le vacanze e siciliani di ritorno da altre regioni italiane – sono stati liberi di circolare. Si sono spostati senza alcuna precauzione. Molti, quasi certamente, avranno nascosto di essere contagiati. Altri hanno tenuto comportamenti irresponsabili e lo dimostrano le notizie di feste in piazza e di lidi trasformati in discoteche fuorilegge. Da qui il boom di nuovi contagi che hanno portato la Sicilia in zona gialla e al primo posto in Italia per nuovi positivi. Un dato a cui va aggiunto che l’Isola è ultima per numeri di vaccinati.

Sono i dati a fotografare cosa è acceduto in Sicilia. Sono stati gli italiani a portare il virus in Sicilia piuttosto che coloro che arrivavano dall’estero. La legge obbliga chi proviene dai Paesi a rischio di sottoporsi al tampone. Chi si imbarca viene informato dell’obbligatorietà prima della partenza e a bordo prima di sbarcare. Una volta atterrato ci sono cartelli ben visibili e un percorso obbligato che conduce ai Covid center dover ad attenderli ci sono medici e personale dell’Asp e dell’Usmaf, l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera.

Come si “bucano” i controlli

Nelle ordinanze di Musumeci si fa riferimento all’obbligo del tampone, che però non va effettuato per forza in aeroporto. Chi arriva a Palermo, ad esempio, può scegliere di sottoporsi al test anche all’hub della Fiera del Mediterraneo, in un laboratorio privato o in farmacia. In teoria spetta poi alla polizia di frontiera incrociare i dati delle Asp con la lista dei passeggeri e i documenti di localizzazione e sanzionare eventuali trasgressori. In pratica, è impossibile controllare tutti.

I numeri di agosto

Ma non è dai paesi catalogati a rischio che è sbarcato il virus in Sicilia. Lo confermano i dati dei tamponi eseguiti al “Falcone e Borsellino” e il numero dei positivi scovati nei primi 25 giorni di agosto: 1 agosto: 899 tamponi, 7 positivi; 2 agosto: 1448 tamponi, 1 positivo; 3 agosto: 1274 tamponi, 2 positivi; 4 agosto: 603 tamponi, 2 positivi; 5 agosto: 1196 tamponi, 1 positivo; 6 agosto: 2757 tamponi, 4 positivi; 7 agosto: 1155 tamponi, 4 positivi; 8 agosto: 871 tamponi, 4 positivi; 9 agosto: 1504, 1 positivo; 10 agosto: 1005 tamponi, 2 positivi; 11 agosto: 964 tamponi, 4 positivi; 14 agosto: 904 tamponi, 2 positivi 15 agosto: 915 tamponi, 8 positivi 16 agosto: 1007 tamponi, 0 positivi 17 agosto: 812 tamponi, 0 positivi; 18 agosto: 771 tamponi, 1 positivi; 19 agosto: 782 tamponi, 2 positivi 22 agosto: 752 tamponi, 2 positivi; 23 agosto: 915 tamponi, 0 positivi; 24 agosto: 784 tamponi, 0 positivi; 25 agosto: 579 tamponi, 0 positivi.

Significa che su 21.897 tamponi sono stati trovati 47 positivi e cioè lo 0,2 per cento. Non è un dato completo, ma certamente sufficiente per dire che non è dai Paesi catalogati a rischio che abbiamo “importato” il la Covid. Nello scalo di Punta Raisi sono transitati 700 mila turisti nel solo mese di agosto, a cui vanno aggiunti i 667 mila di luglio, più quelli giunti negli aeroporti di Catania, Trapani e Comiso e coloro che si sono mossi in nave, treno o macchina. Milioni di persone sfuggite al controllo. Era inevitabile. Ecco perché si può parlare di compromesso, a patto che non si additi il turista straniero come il “colpevole” dei contagi.

Le nuove regole

Da ieri le regole sono cambiate. Il green pass è diventato obbligatorio per prendere treni ad alta velocità e a lunga percorrenza, salire su un aereo o una nave. In Sicilia la situazione è ancora più rigida, visto che l’ultima ordinanza firmata dal presidente della Regione Nello Musumeci ha prorogato l’obbligo del tampone per chi arriva dai sette paesi a rischio nonostante il Green pass, ormai obbligatorio, presupponga che chi arriva sia vaccinato o in possesso di un test negativo. Di fatto per calpestare il suolo siciliano serve, se non si è vaccinati, un doppio tampone negativo nelle ultime 48 ore.


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