PALERMO – Sale il livello della protesta di lavoratori e lavoratrici Covisian e Almaviva a Palermo, alle prese con la vertenza nata dopo lo stop alla commessa di Ita. Questa mattina i dipendenti del call center, dopo essersi riuniti spontaneamente in via Ugo La Malfa, davanti alla sede di Covisian, hanno occupato l’immobile esponendo dei fogli contro i vertici Ita: “Facile fare il manager di un’impresa statale con i soldi pubblici”, si legge su uno di questi.
Una mossa per protestare, dicono, contro “la totale assenza di Ita e l’incapacità del governo di portare la stessa al tavolo di confronto”. Si tratta di una nuova azione di protesta dopo quella registrata il 24 aprile davanti alla cattedrale di Palermo. Ita, compagnia aerea controllata dallo Stato, la scorsa settimana aveva disertato il tavolo convocato dal governo dando notizia di 150 assunzioni per chiamata diretta finalizzate a internalizzare il servizio.
“Non c’è più tempo”
Fistel Cisl Sicilia a sostegno dei lavoratori: “Non c’è più tempo – sottolinea Francesco Assisi, segretario Generale del sidnacato nell’Isola -, il governo deve immediatamente convocare tutte le parti al tavolo obbligando il rispetto degli accordi sottoscritti il 21 ottobre 2021 in sede ministeriale tra sindacato e Covisian. Palermo non si può permettere di perdere un solo posto di lavoro, e ad oggi ci sono 543 licenziamenti in atto, nessuno può giocare con il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. L’operazione Ita in Italia, di fatto è una grande ‘truffa sociale’, solo una operazione economica finanziaria a danno degli italiani”.
Un settore che in Sicilia coinvolge 15mila famiglie
“Questa manovra scellerata – ribadisce Tania D’Agostino, segretaria organizzativa della Fistel Cisl Sicilia – mette a rischio tutto il settore dei call center. Chiunque si sentirà autorizzato a non rispettare le leggi dello Stato e i contratti collettivi che regolano il lavoro e garantiscono la continuità lavorativa, creando solo disperazione e disoccupazione considerando che solo in Sicilia il settore coinvolge più di 15.000 famiglie”.
“Si rischia lo scossone sociale”
Il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana conclude: “Si rischia uno scossone sociale in un territorio come Palermo dove, date le condizioni economiche, questi licenziamenti causerebbero una ulteriore e profonda crisi. Si intervenga con decisione per far rispettare gli accordi e la clausola sociale, questi lavoratori non possono di nuovo rivivere questo incubo”.
S.C.