PALERMO – La Dc punta i piedi. Prima di aprire il capitolo Finanziaria all’Ars, il partito di Totò Cuffaro accende i fari sulla necessità di una sorta di verifica di maggioranza. A spingere ancora una volta sull’acceleratore è il capogruppo a Sala d’Ercole, Carmelo Pace, che chiede “un banco di prova importante” prima che la nave del governo intraprenda il viaggio, al momento rischiosissimo, della Finanziaria 2026: la maggioranza faccia le prove generali della sua compattezza sul possibile voto dell’ars per restringer eil campo d’azione del voto segreto.
Voto segreto e Finanziaria, il messaggio della Dc
Da giorni in casa Dc monta il malcontento per quanto accaduto in occasione della manovra quater, quando FdI è rimasta l’unica forza di maggioranza in Aula a votare il provvedimento presentato dal governo. L’esito è stato poco felice, con una serie di norme (tra cui gli emendamenti territoriali) finite vittime dei franchi tiratori.
“Maggioranza unita o sono solo proclami?”
I democristiani non vogliono più rischiare e dopo un comunicato di alcuni giorni fa, nel quale Pace sfiorava l’argomento, adesso il capogruppo Dc prende la situazione di petto e torna a chiedere una prova di lealtà sulla possibile (ma per nulla certa ad oggi) votazione sul voto segreto. “L’esito sull’abolizione del voto segreto ci dirà se quelli sull’unità della coalizione sono solo proclami oppure, come è auspicabile attendersi, si tratta di uno stato di fatto che trova riscontro in Parlamento”, afferma.
“Prima il voto segreto, poi la Finanziaria”
Una verifica che per Pace deve avvenire “prima dell’approdo in Aula della prossima Finanziaria”. Calendario alla mano, si tratta della penultima legge di stabilità del governo Schifani e così la Dc, alleato tra i più fedeli all’Esecutivo finora, chiede garanzie contro gli episodi di “tafazzismo” (termine che si traduce nella voglia di farsi del male) portati a termine “con la complicità di alcuni esponenti della maggioranza”. Frasi preparatorie alla riaffermazione di un concetto già anticipato alcuni giorni fa ma ora apertamente scandito: “C’è da chiedersi, con queste premesse e in queste condizioni, se abbia ancora senso proseguire, come se nulla fosse, la legislatura”.
Finanziaria, governo al lavoro
La legge di stabilità si annuncia consistente nei numeri (circa un miliardo) nonostante, come chiarito più volte nelle scorse settimane, l’avanzo di 2,1 miliardi non sia ancora materialmente utilizzabile. In questi giorni a Palazzo d’Orleans si è lavorato alla stesura del testo: ascoltati i ‘desiderata’ provenienti dai vari rami dell’Amministrazione, con gli assessori che, di fatto, hanno anticipato i temi cari alle forze politiche. Si è portato a termine un lavoro preparatorio, anche da parte dell’assessorato all’Economia guidato da Alessandro Dagnino, rispetto a quel tavolo politico sulla legge di stabilità annunciato al termine del vertice di maggioranza. Il via libera in Giunta dovrebbe arrivare la prossima settimana, nel rispetto della tabella di marcia voluta dal governatore Renato Schifani, che punta a migliorare il record già raggiunto di due leggi di stabilità approvate nei tempi corretti.

Il duello FdI-Lega
L’uscita della Dc, però, innalza inevitabilmente la temperatura nel centrodestra, che già in questo week end ha dovuto fare i conti con una nuova puntata del duello tra Fratelli d’Italia e l’altro protagonista del ‘Patto di Ribera’, la Lega.
Savarino vs Sammartino
‘Casus belli’ la comunicazione sui 21 progetti contro il dissesto idrogeologico finanziati dal governo nazionale con 53 milioni di euro. Il vice presidente della Regione, Luca Sammartino, ha ringraziato il governo nazionale ma la collega di Giunta Giusi Savarino, che con il suo assessorato al territorio ha curato l’iter dei progetti, ha letto in quel comunicato il tentativo della Lega di “mettere il cappello” sul lavoro dei meloniani.
Lo sfogo di Savarino è arrivato dal palco di ‘Patrioti in comune’, manifestazione di Fratelli d’Italia a Catania. I rapporti tra FdI e Lega sono tesissimi e i meloniani vorrebbero togliere dalle mani di Sammartino la delega ai Rapporti con il Parlamento. Altro motivo di scontro la campagna acquisti del Carroccio che, secondo FdI, verrebbe messa in atto da Sammartino contro i suoi stessi alleati. Una circostanza che ha già dato vita ad un botta e risposta tra il sindaco di Catania Enrico Trantino e la deputata Valeria Sudano, compagna di Sammartino.

La campagna acquisti della Lega
I malumori FdI sono stati ribaditi anche da Luca Sbardella, inviato da Giorgia Meloni a risolvere le questioni siciliane del partito. In questo caso, però, la Lega ha risposto con il coordinatore regionale dei salviniani Nino Germanà: “Rassicuro il mio amico Sbardella che il consenso attorno alla Lega non va certamente a discapito di Fratelli d’Italia, né degli altri alleati. Quello che conta è il lavoro sinergico che la coalizione di centrodestra”.

