"Uccidi gli sbirri", Catania a ferro e fuoco durante la manifestazione

VIDEO “Uccidi gli sbirri” al corteo: Catania a ferro e fuoco

Devastazione e violenza alla manifestazione contro il Decreto sicurezza

CATANIA – “È stata un’azione premedita. Per devastare il centro cittadino ed aggredire le forze dell’ordine. E c’è anche chi li ha protetti ‘nascondendoli’ dietro gli striscioni del corteo”. Per la Procura della Repubblica di Catania non ci sono dubbi. Erano veri e propri ‘professionisti del settore’ quei manifestanti che prendendo parte al corteo dello scorso 17 maggio per protestare contro il cosiddetto “Decreto sicurezza” hanno messo a ferro e fuoco la città.

Le violenze e gli arresti

Catania violenze manifestazione conferenza in procura

Sono tre i provvedimenti di custodia cautelare in carcere. Per due, Luigi Bertolani (33 anni) e Gabriele Venturi (19) – rispettivamente un catanese e un brindisino – si sono già aperte le porte del carcere. Per un altro, al momento ricercato, c’è un mandato di cattura europeo

L’operazione condotta dalla Polizia è stata denominata Ipogeo. Prende il nome della via di Catania dove sono cominciati i travisamenti dei facinorosi. Un fatto violento nel quale è rimasto ferito un funzionario di polizia centrato da una scheggia di una bottiglia incendiaria. Ed anche un agente della municipale colpito da una pietra. 

La manifestazione si è sviluppata da piazza santa Maria di Gesù e fino a piazza Stesicoro. All’altezza di piazza Lanza il culmine delle violenze. Da lì si è proseguiti lungo via Antonino Longo dove sono state danneggiate diverse vetrate di negozi. 

La ricostruzione dei fatti

La ricostruzione dei fatti, in conferenza stampa. A presiederla, il procuratore Francesco Curcio, assieme al Questore Giuseppe Bellassai, la dirigente Digos Manuela Recca, il pm Rocco Liguori, il funzionario della Digos Fortunato Patanè. “Numerosissime le azioni di imbrattamento di muri di palazzi, abitazioni, edifici pubblici con scritte tipo “UCCIDI gli SBIRRI” “SECONDINO ASSASSINO”, in alcuni casi poste in essere cercando di distruggere le telecamere per mettere fuori uso i sistemi di video sorveglianza”, spiegano dalla Questura di Catania.

Alcuni tra i più violenti, prosegue la ricostruzione dell’accusa, “costruivano una vera e propria rudimentale base di lancio, ponendo alcuni pesanti oggetti in modo tale da potere dare stabilità e direzione ben precisa alla scatola di cartone contenete la batteria di petardi” e “un frammento incandescente colpiva la nuca di un funzionario di polizia”.

La successiva analisi a cura degli artificieri della Polizia, del contenuto di una delle bottiglie rimaste inesplose, ha “dimostrato che i prodotti utilizzati per creare le bottiglie incendiarie avevano una specifica pericolosità, caratterizzata dal rischio potenziale elevato, con rilevante effetto deflagrante”. Lungo il percorso del corteo sono proseguiti i lanci di petardi e sassi contro le forze dell’ordine.


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