ACITREZZA (CATANIA) – Un collettore fognario sfocia, da anni, nel cuore della riserva dei Ciclopi, ad Acitrezza (Catania), tanto cara a Giovanni Verga che ambientò, tra i basalti colonnari e i faraglioni, i Malavoglia.
Le gesta di padron ‘Ntoni riecheggiano e i toni epici ed elegiaci non basterebbero per portare alle stampe l’eterno romanzo di un appalto da 20milioni di euro, imbrigliato nelle maglie della burocrazia più avvolgente, fatta di varianti, aumenti e, soprattutto, “fili da spostare”. Leggi anche: la guerra dei depuratori
Infrazione salatissima
Un progetto complesso, quello che dovrebbe consentire di trasferire, con un collettore, i reflui di Acicastello e dei Comuni limitrofi nel depuratore della zona industriale di Catania. Un percorso di circa 20chilometri lastricato di milioni di euro, appalti, promesse e, soprattutto infrazioni costosissime. Come quella che la Corte di Giustizia europea ha affibbiato all’Italia, condannandola a pagare, per la mancata depurazione dei reflui, 30milioni di euro ogni sei mesi. Un girone dantesco che non dà pace al sindaco Carmelo Scandurra, battagliero esponente politico che ha deciso di impersonare il novello padron ‘Ntoni, sostituendo il carico di lupini con un vagone di lettere raccomandate. Obiettivo? Spostare un cavo, per esempio. Una storia che si ripete. Leggi anche: depuratori, un sistema che non ha funzionato
L’essenza della burocrazia
“Due comunicazioni le ho inviate alla Procura della Repubblica, altre due – dice a LiveSicilia – alla Prefettura. E poi c’è la gestione del flusso di permessi, col risultato che, per far avanzare l’appalto e spostare un filo elettrico può volerci anche un anno”. L”appalto è costellato da stazioni di sollevamento, che servono per far cambiare quota, con speciali pompe, ai reflui fognari, che devono “risalire” verso Catania. Quando le ruspe incontrano un filo elettrico, si ferma tutto, stesso discorso per i tubi del gas.
“Bisogna realizzare il preventivo – continua il sindaco – poi la stazione appaltante deve accettarlo, quindi autorizzare alla spesa. Poi bisogna eseguire i lavori di spostamento e 12mesi possono non bastare, per un singolo cavo da spostare”. Ai primi di luglio, un filo viene spostato dopo mesi di lettere raccomandate, ma il problema è destinato a ripetersi.
La tela di Arianna
I fili elettrici e quelli telefonici hanno trasformato l’appalto del collettore di Acicastello in una tela di Arianna. Ce n’è sempre uno da spostare e i lavori, praticamente, procedono così a rilento da restare quasi fermi. E anche adesso, che le condutture sono state realizzate dalla Comer al 90%, spuntano sempre cavi che intralciano l’avanzamento.
Le conseguenze
Acitrezza è un borgo marinaro noto per il “mauro”, un’erbetta profumata costosissima, con la quale si realizza anche un pregiato Gin. Adesso bisogna scrutare il largo per monitorare che direzione prendano, ogni ora, le correnti che trasportano i liquami maleodoranti. E non sarà un caso se, proprio a ridosso del principale scarico fognario, gli abitanti hanno eretto una statua di Padre Pio, meta di pellegrinaggio. In molti ne sono convinti: per sconfiggere la burocrazia dei “fili” ci vorrebbe proprio un miracolo.