PALERMO – Due imprenditori agli arresti domiciliari, tre obblighi di presentazione in caserma per autisti e dipendenti di un’impresa di Bagheria, un terreno di 10 mila metri quadrati sequestrato.
Agli arresti domiciliari finiscono Salvatore e Pasquale Testa di 37 e 21 anni. Obbligo di presentazione per Silvio Lanza, 60 anni, Nunzio Pompili, 36 anni, e Andrea Sciortino di 50.
Sono i numeri del blitz dei carabinieri della compagnia di Bagheria. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. L’inchiesta avrebbe svelato l’esistenza di un traffico illecito di rifiuti.
Discarica per cantieri vicini
I carabinieri hanno monitorato il periodo dicembre 2022-febbraio 2023. L’impresa avrebbe dovuto occuparsi di edilizia e di trasporto di rifiuti speciali non pericolosi. Ed invece nei terreni di sua proprietà avrebbe organizzato una discarica accogliendo e interrando i materiali di risulta di diversi cantieri aperti a Bagheria e dintorni.
Sono stati documentati almeno 280 scarichi di sfabbricidi, con una media di sette al giorno eseguiti senza soluzione di continuità, per un totale di circa 1.400 tonnellate di materiale inerte.
Guadagni per 15 mila euro al mese
Il costo richiesto dalla ditta per smaltire ogni singolo carico oscillava da 70 a 100 euro per un guadagno di circa 15.000 euro al mese. Il sistema avrebbe consentito ai titolari dei cantieri di abbattere i costi e non pagare le tasse per lo smaltimento.
Gli investigatori parlano di “scempio dei terreni agricoli” sottoposti a vincolo paesaggistico e sismico e considerati in dissesto. Al posto dei vigneti venivano accumulati i rifiuti.
Una volta ricoperti con la terra sarebbero stati piantati altri alberelli. Un “maldestro tentativo di nascondere i traffici illeciti”, aggiungono gli inquirenti.
Terreni e mezzi del boss
I terreni e i mezzi pesanti impiegati (sette autocarri e due escavatori), sulla base delle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo, già nel 2022 erano stati sequestrati dal Tribunale perché considerati nella disponibilità di Nicolò Testa, condannato per mafia e deceduto lo scorso 7 novembre.
Oggi è scattata la confisca. I beni valgono 800 mila euro.