"Cammarata non può andarsene | La crisi? E' colpa dell'opposizione" - Live Sicilia

“Cammarata non può andarsene | La crisi? E’ colpa dell’opposizione”

L'intervista al consigliere Agnello (Fds)
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L’ipotesi che il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, possa dimettersi prima della fine naturale della consiliatura circola da tempo, stavolta con maggiore forza delle altre occasioni. Una prospettiva che ha subito messo in agitazione il Pdl e l’intero centrodestra, preoccupati che il primo cittadino lasci la scottante poltrona prima di aver risolto la vicenda della Gesip e in generale delle società partecipate, azzoppando, ancor prima di partire, il futuro candidato alla guida del capoluogo siciliano. Immediata l’alzata di scudi della maggioranza che chiede a gran voce che Cammarata resti al suo posto fino alla prossima primavera, richiesta condivisa anche dal capogruppo di Forza del Sud a Sala delle Lapidi, Manfredi Agnello.

Consigliere Agnello, il Pdl chiede al sindaco di restare alla guida di Palermo fino alla fine del mandato. Lei è d’accordo?
“Senza dubbio mi allineo a quanto dice il Pdl: il sindaco non se ne può andare lasciando la città in queste condizioni. Prima si impegni in modo forte, e in prima persona, a risolvere i problemi creati da questa sua amministrazione e solo dopo si potrà cominciare a parlare di eventuali dimissioni. Le criticità sono tante e non riguardano solo la Gesip, ma anche l’Amat, l’Amia e l’Amap. Il comandante è l’ultimo a lasciare la nave, quando si rischia di affondare”.

Cammarata ha sempre dato la colpa del disastro ex municipalizzate al predecessore, Leoluca Orlando. Lei pensa che anche l’attuale primo cittadino abbia qualche responsabilità?
“Orlando senza dubbio ha le sue colpe, l’amministrazione Cammarata ha ereditato dal suo predecessore una situazione che non era delle più rosee. I 7000 lsu hanno dato il via a una serie di problematiche, perché andavano stabilizzati. Probabilmente l’errore di Cammarata è stato di volerli stabilizzare troppo presto, facendoli mantenere dal Comune o dalle partecipate piuttosto che dallo Stato”.

È già cominciata la corsa al dopo-Cammarata. Forza del Sud cosa farà in quel caso?
“Il mio partito è ormai una realtà in Sicilia ma anche nel Meridione d’Italia. Abbiamo dato una sterzata alla nostra linea in consiglio comunale, dal momento che prima eravamo all’opposizione mentre adesso siamo più morbidi, in qualche modo allineati con l’amministrazione Cammarata, pur non volendo poltrone. Da quando sono capogruppo, ho detto che non sarò mai contro il sindaco, ma sempre e solo a favore della città: se Cammarata porta cose buone a Sala delle Lapidi le voto senza problemi, altrimenti no. L’importante è che così come noi siamo oggi allineati alla maggioranza, e lo saremo anche domani, gli altri componenti della maggioranza lo siano con noi, in un rapporto di reciprocità. Abbiamo stipulato a Roma degli accordi che vanno mantenuti. Non possiamo accettare che ogni tanto qualcuno si alzi e faccia dichiarazioni che non tengono conto del nostro peso e dell’alleanza stipulata, a quel punto saremmo noi ad alzarci dal tavolo e non so quanto convenga alla maggioranza. Ci deve essere chiarezza d’intenti, per questo chiedo che i vertici dei tre partiti si seggano a un tavolo per stipulare accordi precisi per la presidenza della Regione e per il sindaco di Palermo. Questi sono punti cruciali, ma qualcuno sta provando a far saltare gli accordi”.

Qualcuno chi? Ci faccia qualche nome.
“Non faccio nomi, ma le ultime dichiarazioni sono tutte intese a sminuire Fds”.

Ma allora Forza del Sud è organicamente in maggioranza oppure no?
“Da dicembre, da quando ci sono stati degli accordi a Roma, Gianfranco Micciché ci ha dato disposizione di essere allineati con l’amministrazione Cammarata. E infatti non abbiamo votato la sfiducia al presidente Campagna e abbiamo dato il nostro assenso a documenti necessari come la proroga per Gesip, anche se a malincuore. Gesip infatti va prima salvata ma poi riorganizzata, perché i posti di lavoro sono importanti. Davide Faraone (capogruppo del Pd in consiglio comunale, ndr) non può chiedere al ministro Tremonti di non mandare i soldi, questo vuol dire non volere il bene della città. Palermo sarebbe messa a ferro e fuoco, stia attento a quello che dice. Da uno come lui non mi aspettavo una dichiarazione del genere, sono stanco ormai di sentire sempre le stesse cose da parte di certi capigruppo della sinistra. Non ho visto uno straccio di programma fino ad oggi. Fds è stata all’opposizione per due anni e mezzo, votando col centrosinistra, ma quando mi sono accorto che si trattava di un’opposizione distruttiva, prima ancora che Miccichè stringesse gli accordi a Roma avevo preso le distanze, abbiamo avuto anche degli attriti col centrosinistra”.

Cosa non la convinceva più?
“L’opposizione va certamente fatta ma deve essere costruttiva. Il centrosinistra ha dichiarato apertamente che non avrebbe fatto passare alcun atto, così da dimostrare che il centrodestra non è in grado di fare nulla. Faraone non vuole il Peep (Piano di edilizia economica popolare, ndr), Nadia Spallitta (presidente della commissione Urbanistica, ndr) ha bloccato i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio, ndr), Vincenzo Tanania e Totò Orlando il Prp (Piano regolatore del porto, ndr) che da solo muove dagli otto ai dieci milioni di euro e abbellisce la città. Così non si può andare avanti. Faraone e Spallitta attaccano Nino Bevilacqua, il presidente dell’Autorità portuale di Palermo, quando abbellisce la Cala ma intanto dicono che il Prp non lo voteranno mai e lo bloccano. Al Prp è legato anche al mercato ittico, perché se non facciamo il nuovo non possiamo spostare quello vecchio”.

Quindi se Sala delle Lapidi è ferma è colpa dell’opposizione?
“Certo, è per colpa dell’opposizione se questo Consiglio non farà mai nulla. Chiedo da tempo di rifare il regolamento della Tarsu, che blocca fra le altre cose il parcheggio di via Ernesto Basile, per esempio. Due gare d’appalto sono andate deserte perché il regolamento prevede il pagamento della Tarsu anche sui parcheggi. Non è allucinante? L’Amat deve pagare la Tarsu sulle zone blu, ma non la può pagare ed è quindi morosa verso il comune, da cui però vanta un credito di 140 milioni. Ho chiesto di portare la questione in Aula, previa audizione delle categorie interessate, come gli albergatori, perché abbiamo una Tarsu che è tre volte quella di Milano, anziché essere la metà visto che siamo una città turistica. La cosa assurda è che il comune chiede la tassa sull’immondizia per spazi che non la producono, come i parcheggi. Le cose da fare sono tutte collegate. La pedonalizzazione di Mondello, che sto portando avanti, potrebbe essere bloccata per lo stesso motivo. La gara per i parcheggi potrebbe andare deserta a causa della Tarsu: i gestori dovrebbero versare due terzi degli introiti per l’immondizia che non producono o far pagare i parcheggi dieci euro l’ora. Come si fa?”.

Nella maggioranza le cose vanno meglio?
“La maggioranza sulle cose propositive è compatta, ci può essere qualche malumore come sulla vicenda Gesip, quando il sindaco ha voluto passare la palla a noi per approvare una delibera dell’ultimo minuto che, leggendola bene, presentava pareri negativi degli uffici. Se vuoi che ci adeguiamo, devi portare un atto con un parere più che positivo, se no te lo voti tu. Anzi che abbiamo votato i dieci giorni e ci deve dire grazie, e invece ci attacca”.

Passiamo alla Gesip e alle partecipate.
“Amia Essemme è rientrata nell’ottica del commissariamento, quindi non tocca più a noi occuparcene ma al ministero. Da due anni e mezzo vado predicando che entro il 31 dicembre dobbiamo vendere il 40% delle partecipate facendo una holding, non possiamo vendere aziende allo sfascio. Avevo elaborato un piano che il direttore generale Lo Cicero stava analizzando, poi Faraone me lo ha bocciato per presentarne uno suo che al 90% ricalcava il mio. Ho chiesto anche, inviando una lettera al presidente Campagna, la convocazione di una seduta d’Aula per la vendita delle aziende. Amat vanta crediti col Comune di Palermo per 140 milioni e presenta 50 milioni di debiti con le banche: sarebbe in attivo, ma non riusciamo a dargli i soldi impedendogli di compare, per esempio, nuovi mezzi. A questo punto facciamo un mutuo, un piano di rientro che permetta in quattro, cinque anni di risistemare la società e prolungare il contratto, dando più valore all’azienda. Potremmo anche affidare la metropolitana all’Amat, con un contratto sostanzioso. Ci sarebbero tante cose da fare, ma vanno fatte al più presto”.

Se dovesse individuare delle priorità, quali sceglierebbe?
“Dobbiamo muovere l’economia: siamo in crisi, ma se non approviamo il Prp, che vale otto milioni, i Prusst che ne valgono 500 o o il Peep, che prevede dai 3000 ai 7000 appartamenti, come facciamo? Il centrosinistra blocca tutto, la Spallitta è una persona eccezionale ma si fissa con alcune cose e non porta in Aula i Prusst. Da imprenditore non capisco perché. Come mai Faraone blocca il Peep? In Aula ha detto che non è un progetto all’altezza di questa amministrazione, ma penso la motivazione sia un’altra. Se vuoi bene a Palermo, aiuta il sindaco a fare il Peep, non bloccare tutto. Non possiamo schierarci coi poveri a parole e poi non aiutarli”.


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