MILANO – Due imprenditori sono stati arrestati per “contiguità con un clan di Cosa Nostra” dopo un’indagine della Dia di Milano che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano su richiesta della Dda. I due “attraverso società principalmente operanti nel settore edilizio a Milano” avrebbero “consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili a Cosa Nostra e ciò con specifico riferimento al sodalizio mafioso dei barcellonesi, operante nella provincia di Messina”. Sequestrati beni per 5 milioni di euro e perquisizioni tra Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli, Catanzaro.
I due imprenditori, Francesco Scirocco e Giovanni Bontempo, vicini al clan mafioso dei “Barcellonesi”, arrestati nell’inchiesta della Dia e del Gico della Gdf, coordinata dal pm della Dda di Milano Silvia Bonardi, avrebbero tentato anche di aggiudicarsi una gara “bandita da Infrastrutture Milano Cortina 2026” per “l’affidamento di lavori” per realizzare il “parcheggio interrato Mottolino località Bondì” a Livigno (Sondrio) e opere connesse per un valore di oltre 28 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta c’è la società Infrastrutture M&B e gli arresti sono per intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato la mafia.
Scirocco e Bontempo, stando alle indagini che hanno portato in carcere i due, con ordinanza firmata dal gip di Milano Fabrizio Filice, attraverso Infrastrutture M&B, avrebbero gestito, come si legge negli atti, la “fase esecutiva di numerosi appalti pubblici, aggiudicati alla stessa società”, che aveva in pancia, da quanto si è saputo, lavori per almeno 250 milioni di euro, anche in Ati (associazione temporanea di imprese) con altre aziende.
Tra le gare nel mirino degli imprenditori ci sarebbe anche quella per la realizzazione del parcheggio, un’opera per le Olimipiadi invernali, “con opzione per l’affidamento dei lavori di realizzazione della copertura del fiume Spol e del locale interrato ‘sala pompe bacino'”. Riguardo a questa procedura di gara, come si legge, Scirocco “decideva la partecipazione di Infrastrutture M&B, anche in associazione a possibili consorzi” e si sarebbe occupato di “far predisporre, in tutto o in parte, l’offerta tecnica da presentare e concordava con Bontempo i ribassi da applicare”.
La gara, a quanto risulta, però, non sarebbe stata assegnata alla loro società. Anche se, come emerge dalle indagini, i due sarebbero riusciti a presentare la loro domanda per partecipare in sole 24 ore. Scirocco è stato già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa per fatti di più di una decina di anni fa, sempre legati ad appalti pubblici, pure a Messina, ed era stato in carcere fino al 2019. Per l’accusa sarebbe un imprenditore “a disposizione” dei clan.
I pm: Cosa nostra puntava sulle opere finanziate dal Pnrr
Una gara “bandita da Anas”per la “manutenzione straordinaria” delle strade a Catania, finanziata con “fondi del Pnrr”, da 40 milioni di euro. Un’altra “bandita dal Commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue” per l’impianto di depurazione di Acqua dei Corsari, a Palermo, da quasi 21 milioni di euro. E un’altra “bandita dal Comune di Diano Marina”, provincia di Imperia, per la costruzione di un asilo nido, sempre finanziata con fondi del Pnrr, da quasi un milione di euro.
Sono alcuni degli appalti finiti nel mirino degli imprenditori Francesco Scirocco (59 anni, nato e residente nel Messinese) e Giovanni Bontempo (46 anni, nato a Messina e residente a Milano), legati al clan mafioso dei “Barcellonesi”. Attraverso “l’intestazione fittizia” di società per i lavori, i due avrebbero accresciuto “la posizione sull’intero territorio nazionale e rafforzato il potere economico” di Cosa Nostra e in particolare dei clan del Messinese. E le “commesse pubbliche”, ottenute usando la società Infrastrutture M&B, erano, stando alle imputazioni, “destinate ad essere subappaltate” ad altre società, tra cui Sogeim, Calcem, “ditte riconducibili” ad Angelo Romano, nato a Catania, e alla “Consortile MM2”.
La gara per la manutenzione delle strade a Catania venne aggiudicata nel maggio 2021 ad un’associazione temporanea di imprese “composta dalla mandataria Ricciardello Costruzioni” e dalla “mandante Infrastrutture M&B”, “incaricata per l’esecuzione di una parte dei lavori”, per oltre 7,5 milioni di euro.
Scirocco su questo appalto, attraverso un suo professionista di riferimento, un ingegnere, si sarebbe occupato del “reperimento dei fornitori” e di individuare pure i responsabili della sicurezza nel cantiere. La gara per l’impianto di depurazione ad Acqua dei Corsari, invece, sarebbe stata aggiudicata nel 2018 “alla Costruzioni Dondi spa” di Rovigo.
E Scirocco, scrivono i pm, avrebbe sfruttato i “rapporti privilegiati con il management” della Dondi, per la quale lui sarebbe stato “un solido punto di riferimento in Sicilia” su “pubbliche commesse”. Così avrebbe procurato alla Infrastrutture M&B la “possibilità di presentare un’offerta” su un subappalto per gli scavi. La gara per l’asilo, infine, venne aggiudicata alla Infrastrutture M&B nell’agosto 2023. E venne affidato, stando alle indagini, da Scirocco un subappalto all’imprenditore catanese Angelo Romano.
Negli atti compaiono anche tutte le società già sequestrate in passato a Bontempo, quasi una decina. La Infrastrutture M&B, con sede a Milano, era intestata, invece, per il 75% alla moglie. Anche Scirocco è stato colpito in passato da sequestri e confische da parte dei magistrati di Messina. E sarebbe stato, per la Dda milanese, “l’amministratore di fatto” della società di Bontempo.