Disabilità, pronta class action |"Abbiamo aspettato 23 anni" - Live Sicilia

Disabilità, pronta class action |”Abbiamo aspettato 23 anni”

Il Coordinamento che riunisce alcune associazioni per i diritti dei diversamenti abili a settembre lancerà un'azione collettiva per la mancata attuazione dell'Accordo di Programma previsto dalla legge 104 del 1992.

Si passa alle azioni legali
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CATANIA – “La politica corre ai ripari”. Maurizio Benincasa, il legale del Coordinamento Accordo di Programma che riunisce alcune associazioni dedite alla promozione e tutela dei diritti delle persone diversamente abili, oggi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. La questione è seria: si tratta di garantire una rete di servizi per i cittadini con disabilità attraverso la stipula “dell’accordo di programma previsto dall’articolo 13 della legge 104 del 1992”. Nonostante siano trascorsi 23 anni il Comune di Catania non è ancora dotato di questo strumento di pianificazione. Un “vuoto” più volte denunciato da famiglie e associazioni che hanno sollecitato le istituzioni (Comune, Asp, Ufficio Provinciale Scolastico e Provincia) a istituire un tavolo per poter arrivare a questo obiettivo. Incontri ce ne sono stati: Benincasa snocciola date e convocazioni, tutte finite con un nulla di fatto. In mezzo c’è stato anche il cambio di assessore ai Servizi Sociali.

“Con Villari c’è stato un confronto ad aprile – racconta l’avvocato – c’è stato suggerito di riunirci in un coordinamento, noi abbiamo risposto all’invito ma dall’altra parte c’è stato il silenzio e allora abbiamo deciso di presentare una diffida e un esposto al sindaco. Nonostante questo – aggiunge – non abbiamo avuto notizie fino alla convocazione di questa conferenza stampa. Il giorno dopo infatti (sabato scorso) è arrivata una nota da parte dell’amministrazione comunale agli organi di informazione dove si annunciava che era stata già redatta una bozza di accordo di programma da sottoporre all’attenzione delle associazioni”.

Improvvisamente qualcosa si muove. Ieri è arrivata al Coordinamento la convocazione per il 29 luglio a mezzogiorno di una riunione proprio per discutere dell’accordo di programma e nella mail è stata allegata “la bozza”. “Leggendo il documento – racconta Benincasa – le parole ci sono apparse subito familiari, e allora abbiamo scoperto che è stato fatto un vero e proprio ‘copia e incolla’ di un accordo di programma che avevamo fornito noi all’assessorato durante l’incontro di aprile da poter utilizzare come riferimento per redigerne uno per la città di Catania”. Il documento è datato primo luglio, la convocazione 26 luglio: il giorno dopo la diffusione della nota che annunciava la conferenza stampa del coordinamento formato dal “Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili e dalle Associazioni “Un Futuro per l’Autismo” e “Come Ginestre Onlus”. “Qualcuno del coordinamento all’incontro ci sarà, io sinceramente non andrò – afferma l’avvocato Benincasa – Mi sento preso in giro, una bozza di programma non si inventa da un giorno all’altro”.

Le problematiche da affrontate sono molteplici: il contributo per i trasporto scolastico dei bimbi disabili, la presenza nelle scuole della figura dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione e le iniziative “volte ad assicurare lo sport ai diversamente abili e all’abbattimento delle barriere architettoniche”. Lotte queste che Salvatore Mirabella presidente dell’associazione Come Ginestre Onlus, che ha aderito da qualche giorno al coordinamento, ha avviato da anni.

Il Coordinamento annuncia battaglia. “A settembre lanceremo una class action contro il Comune di Catania, l’Asp e la Provincia: in quanto non è stata applicato l’articolo 13 della legge 104 del 1992. I tre enti sono inadempienti e non può esserci l’alibi dei tagli alle risorse finanziarie. Su questo punto c’è una sentenza della Cassazione che è chiara: per la garanzia di questi servizi non vale la giustificazione che non ci sono soldi”. A quel punto si andrà davanti al Tar che “ordinerà all’amministrazione di adempiere alla normativa”, se questo non sarà fatto, a quel punto il Tribunale Amministrativo Regionale disporrà nel giudizio successivo la nomina di un Commissario Straordinario. “Solo a quel punto – afferma Benincasa – potremmo chiamare Catania una città civile”.


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