Dopo voto, botte da orbi nel Pdl - Live Sicilia

Dopo voto, botte da orbi nel Pdl

Botte da orbi nel Pdl. I berlusconiani a Palermo fanno i conti con il dopo-voto e la debacle del partito fa nascere le polemiche tra i big. Santoro e Sammartino invitano Tantillo "a tacere" e chiedono le dimissioni di Scoma e Cannella. La replica di Tantillo: "La sconfitta nelle circoscrizioni è colpa di Cascio. Pellegrino non so chi sia, per il resto avendo vinto mi godo il successo".

Botte da orbi nel Pdl. I berlusconiani a Palermo fanno i conti con il dopo-voto e la debacle del partito fa nascere le polemiche tra i big. Ad aprire il fuoco ci ha pensato qualche giorno fa Giuseppe Milazzo, che ha difeso Diego Cammarata e accusato il presidente dell’Ars Francesco Cascio, il quale ieri, in un’intervista a Livesicilia, ha invece puntato il dito contro i coordinatori locali del partito Francesco Scoma e Gianpiero Cannella.

Un bailamme infinito, che è proseguito con il capogruppo uscente al comune Giulio Tantillo (vicino a Scoma), forte del suo boom di preferenze, che senza mezzi termini ha accusato Cascio di essere il responsabile della sconfitta del Pdl nelle circoscrizioni, e la controreplica di Stefano Santoro e Bartolo Sammartino riportata dall’agenzia di stampa Italpress. “Tantillo abbia il pudore di tacere. In un Paese normale i responsabili locali di un partito, all’indomani di una debacle cosi’ evidente, avrebbero dovuto, immediatamente, rassegnare le loro dimissioni. A Palermo, invece, succede che il segretario provinciale Scoma ed il coordinatore cittadino Cannella, calati dall’alto alla guida del Pdl, continuano a rimanere incollati alle loro poltroncine. I tre – continuano Santoro e Sammartino – hanno evitato di candidare tutti i parlamentari di Camera e Senato al solo fine di garantire ai soliti noti la rielezione, non accorgendosi che il partito andava in malora. Il Presidente Cascio ha lavorato per rendere piu’ forte la lista, ma senza essere ascoltato dal partito: chi tenta di condannarlo per l’insuccesso di Costa nel tentativo di assolvere se stesso e’ in malafede”. “Ora – concludono – che sia Tantillo a decidere chi sara’ il prossimo candidato alla presidenza della Regione fa soltanto sorridere, rilevando che il medesimo consigliere comunale dovrebbe occuparsi, piuttosto, di fare bene il proprio mestiere senza avventurarsi in contesti politici che non gli sono consoni e che non lo autorizzano a fare fughe in avanti”.

Una polemica accesissima, quindi, che non accenna a scemare. “Non conosco chi sia questo Sammartino – dice Tantillo a Livesicilia – non lo ricordo negli ultimi vent’anni di politica cittadina. Santoro è un amico, sappiamo che è fatto così. E siccome ho vinto, mi godo in silenzio il mio successo accettando il suo consiglio. Altrettando però dovrebbe fare lui, facendo magari anche un’analisi sulla sua trombatura. Inoltre dovrebbe cercare di capire perché la sua corrente non l’ha votato. La sconfitta nelle circoscrizioni è innegabile, è un dato oggettivo, e la colpa è di Cascio. Questo è innegabile”.


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