"Dubbi, sospetti, ombre": Mattarella striglia la magistratura - Live Sicilia

“Dubbi, sospetti, ombre”: Mattarella striglia la magistratura

Parole durissime del capo dello Stato nel giorno in cui si ricorda Falcone

PALERMO – La magistratura non deve solo essere credibile, ma apparire tale. Bisogna allontanare “dubbi, sospetti, ombre”. Nel giorno in cui si ricorda Giovani Falcone il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è anche guida del Csm, fa un chiarissimo riferimento all’attuale situazione della magistratura.

Il capo dello Stato da Palermo traccia una strada per uscire dalla palude in cui la magistratura è finita ormai da tempo. Prima lo scandalo Palamara, poi le lotte intestine all’interno del Consiglio superiore della magistratura e le dichiarazioni dell’avvocato siracusano Piero Amara sull’esistenza della loggia massonica Ungheria a cui sarebbero iscritte delle importanti toghe. La credibilità della magistratura è ai minimi termini. Il popolo, in nome del quale viene amministrata, non crede più nella giustizia.

Fra pochi mesi Mattarella andrà in pensione e nell’aula bunker del carcere Ucciardone ha voluto lasciare traccia scritta del suo profondo dissenso di fronte a un quadro disarmante.

“L’onda di sdegno e commozione per gli attentati, il grido di dolore degli italiani è diventato movimento, azione, passione – dice Mattarella – ha messo radici nella società, ha contribuito a spezzare le catene. La mafia esiste, la guardia deve restare alta e lo sguardo vigile”.

Il discorso di Mattarella parte dal coinvolgimento cittadini, da noi tutti: “Nessuna zona grigia, nessuna omertà, nessuna connivenza. O si sta contro la mafia o si sta con i mafiosi. Non ci sono alternative”. Perché la mafia non si vince solo ma anche nei tribunali perché “ha paura delle condanne e delle forze dell’ordine efficienti, ma anche del disprezzo dei giovani, teme la scuola più della giustizia. La mafia con queste premesse non è invincibile, stiamo realizzando la profezia di Falcone”.

Si è pagato un prezzo altissimo per costringere la mafia all’angolo, con una serie impressionante di vittime, “un numero spaventoso. Non li possiamo dimenticare, ognuno di loro ha rappresentato un seme”.

Infine le parole durissime rivolte alla magistratura: “Falcone e Borsellino erano magistrati intransigenti. Sono morti per la loro competenza ma anche perché già in vita erano simboli di legalità. Polemiche, lotte e divisioni all’interno della magistratura minano la sua credibilità, anche con il solo dubbio che la giustizia non operi sempre nell’interesse delle persone si indebolirebbe la lotta alla mafia”.

Chiaro il riferimento alle vicende che coinvolgono Pieracamillo Davigo e altri magistrati, ai dossier anonimi che circolano all’interno dell’organo di autogoverno della magistratura, al sospetto di indagini stoppate, allo scontro sul palcoscenico televisivo: “Sentimenti di contrapposizioni, contese, divisioni, polemiche all’interno della magistratura minano il prestigio e l’autorevolezza dell’ordine giudiziario. Anche il solo dubbio che la giustizia possa non essere sempre esercitata esclusivamente in base alla legge provoca turbamento, se la magistratura perdesse credibilità agli occhi della pubblica opinione si indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia”.

Mattarella fra pochi mesi andrà in pensione, ha detto di non considerare l’ipotesi di una proroga del suo mandato e allora coglie la solennità del ricordo delle vittime di Capaci per “ribadire quanto già detto, la credibilità della magistratura e la sua capacità di riscuotere fiducia sono imprescindibili per il funzionamento del sistema costituzionale e del corretto svolgimento della vita della Repubblica. Si prosegua rapidamente e rigorosamente a fare luce su dubbi, ombre, sospetti, responsabilità, si affrontino sollecitamente in maniera incisiva i progetti di riforma della magistratura”.


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