CATANIA – Protestano gli operai della Etis 2.000, il colosso tipografico di Mario Ciancio. La manifestazione ha ricevuto piena adesione da tutte le sigle sindagali, comprese Cgil, Cisl e Uil. Presente anche Assostampa. Di recente, i vertici aziendali hanno trasferito la stampa de La Sicilia a Messina. Nei prossimi giorni, anche Avvenire lascerà lo storico centro stampa etneo.
“La protesta – spiega Luca Taormina a LiveSicilia – ha lo scopo di far capire che l’azienda sta chiudendo tutto in silenzio. Nessuno ci ha comunicato che Avvenire sta lasciando il centro stampa. L’appello degli operai – conclude il rappresentante dei lavoratori – è di ottenere il ritorno a Catania de La Sicilia e di Avvenire per ricominciare a programmare il futuro”.
“Da dieci giorni – continuano i lavoratori – il quotidiano La Sicilia stampa a Messina nella tipografia della Ses: una notizia rilevante, che però non sembra aver suscitato reazioni fra i redattori del giornale. Ci domandiamo perché. In attesa di capirne di più, auspichiamo un fronte comune tra poligrafici e giornalisti”.
“Alla famiglia Ciancio – aggiungono – chiediamo di valorizzare tutte quelle risorse umane che oggi rappresentano la spina dorsale del gruppo editoriale. Tra questi ci sono anche i collaboratori del quotidiano La Sicilia, attualmente ancora in attesa del pagamento dei compensi di novembre, che corrispondono al lavoro svolto in media 4-5 mesi addietro. Una situazione d’incertezza che si protrae ormai da anni e a cui la Domenico Sanfilippo Editore non ha mai saputo porre effettivo rimedio. Nella vicenda dei collaboratori – concludono i poligrafici – riscontriamo la stessa mancanza di volontà nel trovare soluzioni che sta caratterizzando la nostra vertenza”.
Cgil, Cisl e UIL, insieme a Slc Cgil, Fistel CISL , Uilcom Uil e con Assostampa di Catania, ieri sera sono stati al fianco dei 35 dipendenti della ETIS che hanno protestato alla Zona Industriale contro lo smantellamento del Centro stampa e gli oramai imminenti licenziamenti. I sindacati evidenziano il “profondo sconforto” per il trattamento subito in questi mesi dai lavoratori da parte della proprietà e chiedono un confronto urgentissimo in Prefettura con l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, presidente di Etis 2000 SpA e con il suo staff legale.
Cgil, Cisl e UIL, insieme a Slc Cgil, Fistel CISL , Uilcom Uil e con Assostampa di Catania ritengono inoltre che possano esistere i presupposti per chiedere un “tavolo” di confronto anche al MISE; sottolineano anche che l’ attuale crisi iniziata nel 2014 con la “fuga” dei quotidiani Corriere dello Sport e Tutto sport, si sia evoluta a danno dei 33 poligrafici e dei 2 amministrativi a tempo indeterminato, che in cambio dei loro sacrifici oggi si ritrovano con un centro svuotato per mancanza di commesse che sono state volutamente trasferite altrove.
“Nella vertenza ETIS appare dunque evidente come sia mancata la volontà da parte dei proprietari di investire e creare i presupposti per una modernizzazione in chiave digitale, e nel presentare un piano industriale serio. – si legge nella nota diffusa dalle segreterie delle sigle sindacali- Questi lavoratori, nonostante le proteste e dopo anni di tribolazioni tra contratti di solidarietà e cassa integrazione, oggi riescono a sopravvivere solo grazie alla temporanea sospensione dei licenziamenti concessa a seguito del bonus COVID. Una condizione destinata a finire molto presto. Per questo riteniamo per nulla supportata da una logica comprensibile, la decisione ultima di stampare il quotidiano “La Sicilia” nel centro di Messina: il passaggio, anche a seguito dall’abbandono più recente di altri grandi quotidiani, come quello del Gruppo Gedi (La Repubblica, ex gruppo L’Espresso) e l’Avvenire, ha rafforzato il timore di un licenziamento collettivo. Risulta poi evidente a tutti come il caso si sia aggravato a partire dallo scorso marzo, da quando la società ETIS è tornata sotto la conduzione di Ciancio Sanfilippo; da quella data ad oggi, sono state perse le commesse dei tre quotidiani ( il contratto di Avvenire sarebbe scaduto ad Aprile 2021 ma la risoluzione è stata invece anticipata al 14 Dicembre)”.
“Sembra quasi che l’unico obiettivo della società -continua la nota- fosse chiudere i battenti in silenzio, senza preoccuparsi del destino dei lavoratori, divenuti degni di nessun interesse nonostante i grandi sacrifici da loro affrontati in questi anni per sostenere l’azienda, garantendo la stampa anche quando non venivano pagati con regolarità gli stipendi”.
Cgil, Cisl e UIL, insieme a Slc Cgil, Fistel CISL , Uilcom Uil e con Assostampa di Catania, non indietreggeranno di un solo passo: è stato già aperto lo stato di agitazione e richiesto un tavolo di confronto permanente.