In una nazione seria gente come bonelli e fratoianni non dovrebbe esistere come politici

In una nazione seria gente come bonelli e fratoianni non dovrebbe esistere come politici
La giustizia ha bisogno di un profondo cambiamento .
Meno male che a dare credibilità internazionale all'Italia abbiamo la Meloni perché con questa farsa durata ben 5 abbiamo fatto ridere il mondo. Negare che uno Stato non ha diritto a tutelarsi da immigrazione clandestina è un abominio e meno male che esiste ancora qualche giudice a Berlino. Forza più che mai con il SI' al referendum.
Blablabla retorica e basta sembra un disco rotto.
Non leggo nemmeno l'articolo, non ne vale la pena. Ad ogni modo, ripongo tutta la mia fiducia in Conte, nonostante non faccia assolutamente parte dei politici che mi ispirano fiducia.
Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare.
Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.