PALERMO – La Gesip è nuovamente a rischio stop, anche se il Comune ostenta sicurezza e dice: “I servizi non verranno interrotti”. A due mesi dal rientro in servizio dei 1800 lavoratori della società partecipata del comune di Palermo, infatti, il meccanismo che ha consentito al sindaco Leoluca Orlando di rimettere in moto i servizi rischia di incepparsi se, entro giugno, non arriverà il via libera dalla Regione. E il motivo è presto detto: il protocollo firmato a Roma lo scorso 11 aprile, insieme al ministero del Lavoro e all’Inps, prevedeva la cassa integrazione a partire da gennaio 2013 per sei mesi, con eventuale prosecuzione per altri quattro o sei. L’accordo, quindi, potrebbe coprire tutto l’anno ma per far scattare il rinnovo serve il via libera ad altri sei mesi di Cig. Passaggio che in molti danno per scontato, visto il protocollo romano, ma che nei fatti a una settimana dalla scadenza non è ancora arrivato e per questo alcuni burocrati comunali, che hanno in gestione nei propri uffici i dipendenti Gesip, stanno correndo ai ripari chiedendo loro di godere dei quattro giorni di riposo compensativo maturati sin qui.
Le ferie infatti non possono più essere pagate e, dal momento che non vi è certezza sulla prosecuzione del lavoro a luglio (come recitano alcune circolari emanate dagli uffici), bisogna godere del riposo prima del 30 giugno. La prossima settimana, quindi, i lavoratori Gesip saranno costretti a stare a casa quattro giorni sperando, nel frattempo, che la situazione si sblocchi. Una prospettiva che ha già creato parecchi malumori nei dipendenti, colti di sorpresa dalle disposizioni dei burocrati. “E’ chiaro che ogni dirigente si autotutela – dice Charlie Biondolillo, rsa della Cgil – in assenza di comunicazioni ufficiali si gestiscono autonomamente. Abbiamo chiesto da giorni un incontro al sindaco Orlando proprio per capire cosa succederà dopo il primo luglio, lunedì ci auto-convocheremo dal sindaco e stiamo preparando una lettera per convocarlo all’ufficio provinciale del lavoro”. “L’accordo scade il 30 giugno, qualora non dovesse essere rinnovato non torneremmo in servizio – dice Salvo Barone di Asia – va fatto un accordo tra Regione e Comune per la prosecuzione; se così non sarà, essendo le ferie non più retribuibili, devono essere usufruite prima della scadenza. Faremo ovviamente di tutto per sottoscrivere il prima possibile l’accordo”.
Ma la vicenda Gesip si lega a doppio filo con quella di tutti gli altri cassintegrati siciliani. Sebbene la società partecipata non sia rientrata nell’accordo quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga, dal momento che il protocollo romano ha reso superfluo il passaggio, è anche vero che la Regione non vorrebbe scindere i due percorsi per non creare disparità fra i cassintegrati. Ma l’accordo quadro, che scadrà anch’esso a fine giugno, ha un grosso limite: dovrà fare i conti con la disponibilità delle risorse nazionali. La prossima settimana dovrebbe tenersi un tavolo romano, con la Regione siciliana, per quantificare le somme (da cui dipende anche la quota parte regionale su Gesip) e sbloccare il rinnovo dell’accordo quadro.
“Noi ancora aspettiamo una convocazione da parte del governo regionale – dice Michele Pagliaro, segretario regionale della Cgil – che intanto sta trattando col governo nazionale. Ci sono alcuni problemi perché l’accordo quadro, in maniera prudenziale, prevedeva una prima fruizione di sei mesi e un monitoraggio ad aprile della situazione, di cui però non abbiamo alcuna notizia ed è una gravissima inadempienza. Ancora i 108 milioni della rimodulazione dei fondi europei non sono completamente a disposizione e già ci sono fibrillazioni fra le categorie del commercio, della formazione professionale e dei metalmeccanici per una crisi che valeva l’anno scorso 200 milioni e oggi non sarà migliorata. Gesip è stata trattata a parte, ma a giugno si fermeranno le lancette dell’orologio per tutti: non si faranno due pesi e due misure”.
Il Comune, a questo punto, potrebbe anche anticipare la quota della Regione, pur di non far fermare i servizi, oppure sperare nell’accoglimento dell’istanza di fallimento che garantirebbe il tfr dei lavoratori e permetterebbe l’accesso ad ulteriore Cig straordinaria tutta a carico dello Stato: ipotesi che alcuni danno per remota, ma che se si concretizzasse permetterebbe di firmare un nuovo protocollo romano facendo risparmiare il Comune. Tutte ipotesi che per il momento resteranno tali, visto che da piazza Pretoria si ostenta ottimismo. “Non ci sarà alcuna interruzione dei servizi – dice il vicesindaco Cesare Lapiana – il Comune attende che la Regione si esprima per il rinnovo che non riguarda solo Gesip, ma tutti i lavoratori in cassa integrazione”. Da Palazzo delle Aquile, inoltre, fanno notare che i lavoratori Gesip potrebbero restare al proprio posto anche dopo il primo luglio, in attesa che si definisca formalmente la vicenda a livello normativo e burocratico, ma a quel punto potrebbero essere i dirigenti a mettersi di mezzo.
“Qui c’è il rischio di vedere nuovamente interrotti i servizi – dice Fabrizio Ferrara di Ora Palermo – e proprio quando il settore Verde sembrava essere tornato a regime, così come gli altri uffici. E i lavoratori potrebbero tornare a vivere un incubo dal quale pensavano di essersi liberati. I dirigenti viaggiano a vista non sapendo cosa dire ai lavoratori, è gravissimo per la città, per i servizi e per 1800 famiglie che vivono ancora nell’incertezza. Ci vuole un minimo di programmazione: per un anno hanno chiesto alle opposizioni responsabilità, ma non è pensabile proseguire in questo modo. Il sindaco ci dica come stanno le cose, che cosa ha in mente per questi lavoratori e lo si programmi per tempo”.