"Ha ucciso il suo ex amante | Chiedo perdono per mio padre" - Live Sicilia

“Ha ucciso il suo ex amante | Chiedo perdono per mio padre”

Una storia d'amore finita male nel mondo gay. Una relazione troncata, un omicidio. La vittima, Jaime Tagliavia, morì. L'assassino, Giovanni Cuttitta, fu condannato a tredici anni, dopo una riduzione di pena. Sta male ed è ai domiciliari. Sua figlia Valentina chiede perdono. E dice: "Non giudicate".

PALERMO– Questa è la storia di un uomo che non è mai esistito, di uno che non esiste più e di una piccola grande donna con gli occhi azzurri che sta tentando di riannodare fili dispersi. Valentina Cuttitta ha ventidue anni, un figlio e uno sguardo che scintilla, luminoso di voglia di farcela e di ricominciare. Suo padre, Giovanni, è un assassino. Facile ricordare la vicenda del delitto gay di Palermo in cui noi cronisti inzuppammo a lungo la penna per offrire al pubblico una brodaglia morbosa. Una trama di nodi scorsoi, ammazzatine e sesso.

Giovanni Cuttitta uccise il suo amante Jaime Tagliavia. Era famoso nel sottobosco dei film porno col marchio gay. Aveva un nome di battaglia. Lo chiamavano Angelo Nigro. Pena ridotta da trenta a tredici anni – è il resoconto delle cronache giudiziarie – i domiciliari per motivi di salute. Prima di innalzare le forche contro la solita giustizia indulgente, è bene approfondire. Angelo Nigro non c’è più. E non c’è mai stato nell’epica esclusiva della sporcizia, nella descrizione che abbiamo ricamato.

Al suo posto c’è una persona distrutta, che vegeta in sedia a rotelle. Valentina, sua figlia, l’ha accolto in casa. Spiega: “Se papà fosse solo un assassino, l’avrei lasciato fuori. Ma sta male, malissimo, è una larva. Ho voluto mettere un punto d’amore in una vita terribile. Sono addolorata per la sua colpa. Ha ucciso. Jaime era un ragazzo. Meritava di vivere. Non c’è più. Questo non si cancella”.

E Valentina racconta. L’ha fatto anche intervenendo con coraggio e pazienza, per commentare un articolo di Livesicilia: “Papà ha avuto un’esistenza bruttissima. Da ragazzo il padre della sua fidanzata uccise suo papà e lui si vendicò uccidendolo”. Otto anni di carcere tra la cella del minorile e l’Ucciardone. Violenze sessuali a gogò, l’Aids, un dimagrimento profondo. Giovanni-Angelo è un’ombra in carrozzina. E Valentina racconta: “Vorrei che le persone che giudicano vedessero come è ridotto mio papà. Io le capisco, comprendo l’odio. Forse è giusto. Però sarebbe bello se non ci fossero giudizi senza speranza”. E racconta con le parole che ha già usato, scrivendo su Livesicilia: “Conoscevo Jaime. Con papà stavano insieme da tre anni prima del fatto. Li invitavo a cenare a casa mia oppure io andavo a cenare da loro con mio marito e a mio figlio. Alle volte c’era mia madre. Jaime, era come uno della famiglia. Si erano conosciuti in chat”.

Un rapporto di crisi, di gelosie. “La mamma di Jaime non sopportava relazione. Papà spesso si sentiva male e aumentarono le crisi epilettiche di cui ha sempre sofferto”. Ricoveri su ricoveri. La rottura. Giovanni Cuttitta incontra Alex e cerca di rifarsi un cammino: “Un bravo ragazzo. Purtroppo Jaime era geloso”. Una riunione, sfociata nell’omicidio in via Giovanni Gentile. L’arresto, la pena ridotta, perché i giudici hanno riconosciuto il parziale vizio di mente di Cuttitta che, secondo una perizia, non sarebbe stato in grado di intendere e di volere al momento cruciale.

E Valentina racconta: “Noi tutti preghiamo sia per Jaime che per mio padre. Preghiamo perché questo incubo passi al più presto, papà non riesce più a camminare da solo con tutte le terapie che sta facendo sia per la depressione che per le crisi epilettiche. Io ho un bambino di quattro anni e mia sorella ne ha due, un bambino di sette anni e una bimba di appena qualche giorno. Vorremmo un po’ di normalità. Alla mamma e al papà di Jaime chiedo perdono per la perdita del loro figlio,visto che mio papà non è in grado di farlo. Non siamo nessuno per giudicare gli altri”.

“Ho avuto una vita non facile, fin da bambina. Ho dovuto sopportare le responsabilità e andare avanti”. E mentre Valentina racconta i suoi occhi azzurri risplendono.
Questa è la storia di una povera vittima, di un carnefice derelitto che si faceva chiamare Angelo Nigro. E del suo angelo.

 

 


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