Il boss Falsone, l'avvocata e il "bello" della mafia: il dialogo in carcere

Il boss Falsone, l’avvocata e il “bello” della mafia

Il dialogo è un trattato si sociologia mafiosa. L'esempio del carciofo e il rischio "banditismo"

Più che un dialogo fra un boss e il suo legale è un trattato di sociologia mafiosa. A parlare sono l’avvocata Angela Porcello, fra i fermati del blitz dei carabinieri del Ros, e il capomafia agrigentino Giuseppe Falsone, detenuto al 41 bis nel penitenziario di Novara.

Ecco le parole di Falsone che fa un’analogia tra la società e il carciofo: “Quando c’è miseria in un territorio può succedere di tutto, la Sicilia è una terra desolata, di miseria, si formeranno situazioni di piccolo banditismo che sarà micidiale”.

Ed ecco il paragone: “… lei ha presente come si coltiva il carciofo, quando si tira con la zappa, spuntano i carduna, ogni carciofo spara quaranta carduna”.

A regolare il caos ci deve pensare il boss: “… quando non c’è buon senso e ragionevolezza, quando non c’è un punto di riferimento chi si deve prendere la briga… si indirizza la società ci vuole un minimo di organizzazione sociale, a noi ci hanno macellati, è vero che ci sono state cose brute ma anche cose positive per la società, non si deve prendere solo il bello anche il brutto, la vita è complessa”.


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