Imputazione coatta per Lombardo| Rispunta il "caso Safab" - Live Sicilia

Imputazione coatta per Lombardo| Rispunta il “caso Safab”

LE PRIME ANTICIPAZIONI
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C’é la ricostruzione della ‘messa a posto’ della Safab per i lavori del canale di gronda di Lentini, nel Siracusano, nella motivazione con la quale il Gip Luigi Barone ha disposto l’imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e di suo fratello Angelo, parlamentare del Mpa.

La vicenda era già emersa nell’ambito dell’inchiesta Iblis e riguarda l’intervento di un ‘colletto bianco’, il geometra Giovanni Barbagallo, che avrebbe fatto da collegamento tra mafia, imprenditoria e politica e sarebbe stato vicino a Vincenzo Aiello, indicato come il reggente di Cosa nostra etnea. Barbagallo sarebbe intervenuto per un appalto della Safab, società che si occupa di grandi appalti edili pubblici e privati, nota per avere affittato una decina di giorni prima della strage di Via D’Amelio a Palermo un appartamento nello stabile dove abitava la madre del giudice Paolo Borsellino. La società ha un problema con le autorizzazioni per un cantiere vicino Sigonella e lui promette l’appoggio “non tanto di Raffaele che è guardato a vista e non vuole vedere imprese” quanto con il fratello Angelo, parlamentare nazionale.

L’incontro con Angelo Lombardo a Roma, dopo che un primo era andato a vuoto a Catania, è confermato anche dall’ex consigliere d’amministrazione della Safab, Paolo Ciarrocca, arrestato nel 2009 dalla Procura di Palermo e licenziato l’anno dopo dall’azienda. Secondo Ciarrocca, Angelo Lombardo, dal quale ottenne “solo generiche assicurazioni di disponibilità e la promessa di parlare con il fratello”, lo mise in contatto con il responsabile del genio civile che però non risolse il problema: “Mi disse – ha ricostruito Ciarrocca ai pm – che non era possibile in alcun modo cambiare destinazione d’uso all’area”. “Lo stesso Barbagallo poi – ha precisato – non è riuscito a ottenere alcun risultato”. Per il Gip, però, l’intervento dimostra l’esistenza di un legame tra la famiglia di Cosa nostra e i Lombardo, che avrebbe rafforzato la mafia che avrebbe cambiato metodo: invece di minacciare gli imprenditori di rappresaglia si prospettavano i vantaggi di sottostare a un’organizzazione che aveva i favori di esponenti politici di spicco. (Ansa)


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