La festa sfumata per Saru U Russu |Il "manager" dello spaccio di droga - Live Sicilia

La festa sfumata per Saru U Russu |Il “manager” dello spaccio di droga

Due condanne in primo grado a 20 anni e un indagine per omicidio. Questo il curriculum criminale del santapaoliano a cui sarebbe stato dedicato lo spettacolo neomelodico interrotto dai carabinieri.

 

Il concerto per il boss
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Rosario Lombardo

CATANIA – Compiva 47 anni. Rosario Lombardo, o meglio Saru U Russu, è il boss che ha portato nuovamente Catania nelle prime pagine dei giornali e dei tg nazionali per il concerto programmato per il suo compleanno e interrotto dai Carabinieri di Catania lo scorso 26 agosto. Il boss, ritenuto uno dei vertici della famiglia Santapaola e braccio destro di Daniele Nizza nella gestione di diverse piazze di spaccio a San Cristoforo, è ai domiciliari per motivi di salute. E nella casa dove è ristretto per accuse pesantissime (dall’associazione mafiosa al traffico di droga) giovedì sera avrebbe voluto spegnere le 47 candeline al ritmo delle melodie di Gianni Vezzosi, molto amato nei quartieri di San Giorgio e Librino. Ma le forze dell’ordine sono arrivate prima.

Sulla testa di Rosario Lombardo pendono due pesanti condanne a 20 anni in primo grado: una per l’operazione Stella Polare e l’altra per Ghost. Lombardo aveva una gestione “aziendale” dello spaccio: breafing, turni, strategie per evitare i sequestri. Un vero “manager” della droga è quello che trapela dai faldoni dell’inchiesta dei pm Rocco Liguori e Jole Boscarino. Inoltre il suo nome è tra gli indagati per l’omicidio di Franco Palermo: il riesame ha annullato l’ordinanza a carico di Rosario Lombardo, ma gli inquirenti promettono di andare fino in fondo sul delitto di via Caronda del 2009.

La mafia che agisce senza regole pensava di poter organizzare un “concerto privato” in una pubblica via senza chiedere le necessarie autorizzazioni: ma il pugno duro – lo ha ribadito il vicesindaco Marco Consoli ieri con una nota ufficiale- non si ferma. E per una strana coincidenza, il 26 agosto è stato anche il settimo anniversario dell’omicidio di Sebastiano Fichera, a cui alcuni “picciotti” hanno eretto una sorta di murale commemorativo a poca distanza da dove era stato allestito il palco per lo spettacolo neomelodico. Un’altra figura della malavita Ianuzzu Fichera: morta per volere – lo dicono gli inquirenti – dei vertici del suo stesso clan. E sul “graffito” della mafia presto arriverà la mano dell’amministrazione comunale. E questo “sfregio” sarà cancellato, perchè Catania onora gli eroi e non certo i “mafiosi”.


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