La Sicilia delle donne d'impresa: "Così ci conquistiamo il nostro ruolo" - Live Sicilia

La Sicilia delle donne d’impresa: “Così ci conquistiamo il nostro ruolo”

Parla la manager Ornella Laneri
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – Oggi è l’8 marzo, si celebra la giornata internazionale delle donne. Parità di genere e diritti delle donne al centro del colloquio con Ornella Laneri, manager e imprenditrice culturale e del turismo in Sicilia, presidente di Aidda, Associazione imprenditrici e dirigenti di azienda.

Parità di genere e diritti delle donne, a che punto siamo in Italia?
“L’Italia ha oggi delle donne nelle più alti sedi istituzionali e politiche, presidente del Consiglio dei ministri e presidente della Corte Costituzionale, sicuramente un gran passo avanti nel percorso italiano”.

Qual è il punto di vista del mondo imprenditoriale femminile su parità di genere e diritti delle donne?
“Sicuramente è stato avviato un percorso e dico sempre di non fermarlo. Un percorso di avvicinamento e non tanto di riconoscimento verso la parità di genere. Le due criticità più forti sono la parità salariale e la mancanza di servizi. La differenzia salariale pesa moltissimo sulle scelte e sulle decisioni che fanno le donne durante il loro percorso. Rispetto a questo argomento si evidenziano delle differenze maggiori su livelli apicali. Più alto è il livello più aumenta il gap salariale. Mi confronto con molte donne manager che sentono fortemente questo peso. L’altro punto di vista guarda ai lavori non manageriali, area nella quale si registrano maggiori differenze anche a livello territoriale. Rispetto ai servizi si registrano maggiori differenze invece territoriali, in Sicilia mancano gli asili nido, mancano i servizi che permettono l’accesso al lavoro alle donne. Oggi la situazione economica impone che all’interno di un nucleo familiare si lavori in due, e la donna deve avere le medesime possibilità. Quello che è urgente chiedere alla politica è di facilitare il percorso”.

Quali sono le esigenze delle imprese al femminile nella nostra isola, per cosa lottano oggi le donne in Sicilia?
“Non so se è più difficile fare impresa in Sicilia, vedo difficoltà indifferenziate tra le regioni, forse ancora oggi dove ci sono imprese gestite da uomini c’è ancora una visione patriarcale che limita l’accesso futuro alla donna. O sei figlia unica o siete tutte donne o sono privilegiati gli uomini della famiglia, e questo è un gap non superato e non solo in Sicilia. Forse sarà superato dalle prossime generazioni, oggi le imprese sono più al femminile e quasi fa figura”.

Allude alle politiche di affermazione delle donne per raggiungere traguardi di marketing o di reputazione, il cosiddetto pink washing?
“Fa un po’ paura questo pink washing che non vogliamo diventi come il Green washing, ci mettiamo il rosa e va tutto bene. Dobbiamo fare azioni dedicate alle donne e per le donne c’è tanto da fare e partire sempre dal basso, soprattutto dall’istruzione, dalla formazione e dall’educazione. Partirei dagli uomini, dai nostri figli maschi, sono loro che faranno la differenza. Se si lavora sulla formazione dei ragazzi, su chi dovrà dialogare con un mondo diverso, con un mondo femminile, allora sì che farà la differenza. Le donne hanno acquisito consapevolezza, ma gli uomini?”.

Il divario digitale di genere impedisce alle donne di cogliere appieno i vantaggi della transizione digitale. Esiste davvero questo divario di genere o è anche una questione di territorio?
“Ho affrontato questo tema nel corso di alcuni incontri, e c’è questa tendenza a dire che la predisposizione verso le scienze e la tecnologia ha un genere maschile. Sicuramente c’è ancora un gap che si può superare attraverso un percorso legato al mondo dell’istruzione che deve avvicinare gli studenti verso un altro mondo. I gap territoriali ci sono e sono molto forti nelle aree che sono in grande crescita, i borghi, le zone interne di un territorio come la Sicilia che ha ancora opportunità di crescita importante, e che vive oggi una grande differenza rispetto alle altre regioni di Italia.”

Quali sono i punti di forza delle imprenditrici siciliane?
“C’è stato un cambio di paradigma, siamo passate dalla concorrenza alla sorellanza. Ho una madre che ha lottato per il divorzio e per l’aborto, vengo da una formazione progressista, ho sempre visto il mondo rosa, e non da donna con le palle. Prima era molto più difficile condividere e fare networking tra donne, oggi ci siamo rese conto che le diversità che ci contraddistinguono sono un punto di forza. Unire le diversità ci rende molto più forti e in grado di affrontare problemi. Oggi sul territorio siciliano, c’è la voglia di condividere le proprie progettualità con altre donne, che non vuol dire andare contro gli uomini, ma possiamo superare determinati ostacoli parlandone e accorgendoci che erano solo piccoli sassolini e non dei veri ostacoli”.

C’è una frase che negli ultimi giorni è stata utilizzata da due donne che rappresentano due aree politiche opposte: “… essere sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare”. Sia Meloni che Schlein hanno citato una frase femminista. Quelle parole rappresentano il suo modo di vedere il mondo femminile?
 “No non mi rappresentano, io uso spesso negli ultimi tempi dire che ho gridato troppo e adesso ho deciso di cominciare a sussurrare. Ho capito qual è il senso che le due leader politiche vogliono dare a questa frase ma io voglio essere vista. Dobbiamo essere allo stesso livello, non combattere, possiamo alle volte competere ma dobbiamo confrontarci ad armi pari, e voglio per questo sia vedere che essere vista”.


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