La Torre, la commemorazione a 39 anni dal delitto - Live Sicilia

La Torre, la commemorazione a 39 anni dal delitto

La cerimonia a Palermo con gli studenti detenuti dell'Ucciardone e di altre scuole della città

PALERMO – Ricordare le vittime di mafia coinvolgendo chi ha avuto un passato turbolento. Con questo intento il centro studi Pio La Torre, per commemorare il politico ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982, ha deciso di coinvolgere gli studenti detenuti all’Ucciardone. Insieme a loro hanno partecipato gli alunni delle scuole che hanno aderito al progetto ‘adottato’ la lapide: l’elementare “Ragusa – Moleti”, il liceo artistico Vincenzo Ragusa – Otama Kiyohara, l’Itet Pio La Torre, il liceo classico Vittorio Emanuele II, l’Ipssar Borsellino.

Gli alunni del liceo Ragusa – Kiyohara hanno anche donato una loro creazione artistica realizzata appositamente, mentre gli studenti del Vittorio Emanuele hanno consegnato il numero speciale di “A sud’Europa” con i risultati dell’indagine sulla percezione mafiosa ai rappresentanti delle istituzioni e agli altri ragazzi. Il numero contiene anche dei loro contributi all’interno di un percorso di alternanza scuola lavoro con il Centro Pio La Torre.

Al termine della pulizia gli studenti hanno deposto 39 fiori, come il numero degli anni trascorsi dall’omicidio politico-mafioso di La Torre e Di Salvo. Alla commemorazione hanno preso parte anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e il direttore della casa circondariale Ucciardone.

Lo Monaco: “Pandemia può aprire nuove porte alle infiltrazioni mafiose

All’evento ha partecipato, naturalmente il presidente del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco. Il presidente ha spiegato il progetto portato avanti dalla loro onlus: “Gli studenti liceo Ragusa – Kiyohar hanno donato una creazione a nome di tutte le scuole che hanno seguito il percorso educativo antimafia del Centro Studi Pio La Torre. È un passaggio di generazione con l’impegno di continuare la lotta alla mafia. La nostra generazione ha contribuito a sconfiggere la mafia, loro devono sconfiggere ed eliminare le nuove mafie dalla società”.

C’è una partecipazione degli studenti del carcere Ucciardone – continua Lo Monaco – . Hanno seguito le video conferenze, come tutti gli altri studenti, e hanno espresso il loro giudizio sulla percezione del fenomeno mafioso. Questa partecipazione alla pulitura della targa posta nel loro polo didattico, che coincide con la sezione dove Pio La Torre si fece 18 mesi di carcere per aver guidato i contadini alla lotta per la terra. La lotta per la libertà e per la terra si uniscono in una battaglia comune”.

La pandemia può aprire nuove porte alle infiltrazioni mafiose perché le mafie sono un’organizzazione criminale specifica. Sono mafie se hanno rapporti se hanno un rapporto costate, organico e strutturale con parte della politica e delle istituzioni. Se non si interrompe questo rapporto organico tra mafia, affari e politica la mafia continuerà a riprodursi”.

Prestopino: “Il carcere Ucciardone rinnova la partecipazione a questo evento”

In rappresentanza degli studenti del carcere Ucciardone ha partecipato il direttore Fabio Prestopino, che ha voluto parlare dell’iniziativa portata avanti: “L’Ucciardone aderisce a questo progetto del Centro Studi Pio La Torre da anni. La mia presenza è idealmente dell’intera istituzione del carcere e vuol dire rinnovare l’impegno per l’adesione al progetto. Progetto a cui tutta la città tiene molto e con vero entusiasmo siamo qui”.

“I ragazzi che partecipano – conclude Prestopino – hanno varie età, possiamo chiamarli diversamente giovani perché sono adulti, però hanno un grado di partecipazione ed entusiasmo come se fossero dei ragazzini”.

Orlando: “Un mafioso in carcere che mantiene il suo patrimonio è più pericoloso di un mafioso libero senza il patrimonio

Il sindaco Leoluca Orlando ha ricordato il sacrifico di Pio La Torre e Rosario Di Salvo: “39 anni che non sono trascorsi invano se è vero, come è vero, che la Palermo nella quale Rosario Di Salvo e Pio La Torre sono stati uccisi era governata dalla mafia. Oggi la mafia non governa, ma c’è ancora. Resta il messaggio fortissimo ed innovativo di Pio La Torre, che ha trasformato il trentennio tradizionale per quanto riguarda i diritti dei bracciati in impegno di modernità per la pace. Poi ha aderito ulteriormente nell’impegno alla lotta alla mafia in maniera innovativa comprendendo che bisogna colpire il cuore economico e finanziario dei mafiosi per poter intaccare il loro potere. Un mafioso in carcere che mantiene il suo patrimonio è più pericoloso di un mafioso libero senza il patrimonio. Ovviamente l’ideale è che sia in carcere e senza patrimonio”.


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