"L'arresto di Messina Denaro: io, mamma e moglie di carabinieri..."

‘L’arresto di Messina Denaro: io, mamma e moglie di carabinieri…’

"Ai complottisti vorrei dire che...".

“Mi hanno chiesto: sono stati i carabinieri? Appena ho detto di si, ho toccato con mano orgoglio e soddisfazione. Cosa ne sanno i complottisti? Cosa ne sanno delle nottate ad aspettare il mio uomo con il cuore in gola. Cosa ne sanno dei pensieri di una madre?”.

Lampeggia la messaggeria del whatsapp. Scrive una mamma e moglie di carabinieri. Una persona che chiede soltanto la privacy, ma che vuole raccontare come si sente, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro e il divampare di un molesto complottismo. E’ stato un attimo. Le braccia alzate per un gol segnato dallo Stato hanno lasciato il posto ai dubbi, in certi casi. E magari fossero stati solo i dubbi: parliamo di sentenze, nei ritrovi social, come nei bar dello sport. Si fici pigghiari”, si è fatto prendere. Ecco il succo del retro-pensiero che alberga in alcuni.

Una posizione surreale che non rende merito a chi ha indagato, a chi ha sudato, a chi ha sofferto, a chi oggi ha il diritto di gridare: finalmente! Siamo stati bravi! Tutti i blitz eclatanti hanno, forse, aspetti che non possono essere rivelati. Dubitare è il sale della critica. Altro è presumere di sapere e ridurre a poco quello che è stato tutto. Il boss dismesso, in manette, rappresenta una delle ombre più nere dell’arcipelago infame di Cosa nostra. Uno che ha provocato lutti atroci, stroncando vite innocenti.

Dice la moglie e mamma di carabinieri – che non sono stati coinvolti nella cattura del latitante – che noi chiameremo Cristina: “Sono moglie e madre di servitori dello Stato che difendono la gente. Una vita difficile e generosa. Basta una telefonata per fare saltare il pranzo e la cena, o per farli alzare dal letto, lasciandomi con una terribile paura nel cuore. Non c’è Natale, né Pasqua, perché prima viene il dovere. E io sono felice di essere la sposa di un uomo che dà tutto se stesso per la comunità e di avere un figlio che ha lo stesso cuore del padre. Vale per tutte le persone che prestano servizio, con una uniforme, con un camice, a qualunque titolo, per gli altri”.

La conclusione non può essere che tranciante: “Vorrei che ci fosse gratitudine per chi ha catturato Messina Denaro”. Come non sottoscrivere le parole di Cristina? Lei sa, perché lo vive sulla propria pelle, quanto sia immensa quella passione e quel senso di abnegazione che gli altri chiamano ‘lavoro’. (Roberto Puglisi)

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