La Sanità che soffre e l'augurio per l'anno che verrà

Le solitudini della nostra Sanità e l’augurio per l’anno che verrà

La rabbia e la sofferenza nelle nostre corsie

Chiunque guardi il mondo dalla corsia di un ospedale si sente solo. Per la distanza che separa il malessere sperimentato dalla serenità trascorsa, percepita come irraggiungibile.

Ancora di più la lontananza si acuisce, se la situazione è grave. La profondità dell’immersione nel dolore diventa direttamente proporzionale all’angoscia. Questa è una condizione generale e inderogabile. Ci sono poi solitudini specifiche, altrettanto terribili.

La sofferenza della signora Maria

Abbiamo pensato molto, nei giorni delle feste, con affettuoso sgomento, alla solitudine della signora Maria Ruggia, morta all’ospedale ‘Ingrassia’ di Palermo, al centro, suo malgrado, di una tragico caso di cronaca recente.

Saranno gli accertamenti a dare risposte alla denuncia dei familiari che hanno riferito di condizioni drammaticamente inappropriate. Un’ispezione è stata messa in campo , oltre all’indagine interna.

Tuttavia, già il racconto del ricovero in una barella per otto giorni – a prescindere dagli esiti dell’inchiesta a cui spetterà il compito di descrivere l’accaduto – consegna l’idea di una sofferenza patita oltre ogni limite.

Quel corpo ristretto in uno spazio, pensato originariamente per soggiorni, non lunghi esprime un grido di solitudine e disperazione. Un urlo di rabbia, moltiplicato dalle domande di una famiglia. E li abbiamo visti anche noi, nelle corsie, più di una volta, i corpi stremati, in cerca di salvezza e dignità.

L’allarme del presidente Mattarella

Il problema della Sanità siciliana, inquadrato in una preoccupante tendenza nazionale, si trascina da decenni. Ci sono azioni, impegni concreti e verificabili, programmi e obiettivi, fra liste d’attesa e strutture: è corretto ricordarlo.

“Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita – ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, allargando lo sguardo -. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”.

“Valuteremo con la massima trasparenza l’operato dei direttori generali. Nessuno sconto. C’è molto da lavorare nella sanità siciliana. Non ho la bacchetta magica ma se eliminiamo le storture che sono alla base del sistema vedremo gli effetti benefici in futuro”. Così ha risposto il presidente della Regione, Renato Schifani, a una domanda del nostro Salvo Cataldo, in occasione di un’ampia intervista.

Dunque, è altrettanto onesto riconoscere che diverse zone d’ombra non mancano. Che il disservizio, talvolta, ha perfino l’aspetto della normalità. Chi, per qualunque motivo, si avvicini a un pronto soccorso, ‘soltanto perché sta male’, sa che dovrà verosimilmente affrontare un calvario di attese e disagi.

La solitudine dei medici

Alle solitudini dei sofferenti si aggiungono quelle dei medici, degli operatori. Forse, qualcuno, singolarmente, non sarà adeguato al compito di chi deve prendere in carico esistenze in bilico. Ma la stragrande maggioranza del personale in camice mostra doti quotidiane di abnegazione che permettono al sistema di andare avanti.

Spetta, dunque, alla politica, ancora con più forza, ancora con maggiore decisione, illuminare quelle zone d’ombra e sciogliere i nodi problematici.

Costruiamo una Sanità che sia, in ogni occasione, rispettosa per tutti, che garantisca la dignità della sofferenza, nella cura e nell’accompagnamento. Questo è l’augurio – crediamo tra i più importanti – per l’anno che è già qui e che verrà.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI