Liste, donne e sbarramento | Elezioni comunali, ecco cosa cambia - Live Sicilia

Liste, donne e sbarramento | Elezioni comunali, ecco cosa cambia

Tutte le novità sulla legge elettorale con cui si eleggerà il prossimo governo e consiglio cittadino.

PALERMO – Quando scatta il premio di maggioranza? Qual è la soglia di sbarramento che una lista deve superare per eleggere dei consiglieri? Quanti sono i seggi in palio a Sala delle Lapidi e nelle varie circoscrizioni? Sono queste alcune delle domande con cui sono alle prese, in queste settimane, partiti, liste civiche e aspiranti candidati. Rispetto al 2012, infatti, la normativa ha subito più di una variazione e sono in parte cambiate le regole con cui si eleggeranno i prossimi sindaci e consiglieri siciliani.

Novità che assumono un peso rilevante specie a Palermo, dove cinque anni fa Leoluca Orlando riuscì in quella che molti definirono un’impresa: vincere al ballottaggio e riuscire a ottenere 30 consiglieri su 50 con una sola lista, lasciando agli altri le briciole e scoprendosi dominus incontrastato della vita politica cittadina.

TRASCINAMENTO Ma, come detto, alcune cose sono cambiate ed è con queste che adesso bisognerà fare i conti. Partiamo dalla novità più sostanziale, ossia la reintroduzione dell’effetto trascinamento. Le legge prevede il così detto voto disgiunto, il che significa che nella stessa scheda si può votare al tempo stesso per una lista e per un candidato sindaco non collegati tra loro. Se un elettore esprime una preferenza per un candidato o una lista ma non per il sindaco, il voto va direttamente al sindaco collegato alla lista (anche se l’elettore non ha espresso esplicitamente la preferenza). Un meccanismo che premia inevitabilmente il candidato sindaco con più liste a sostegno: basti pensare che nel 2012 quasi un terzo dei votanti espresse un voto solo per la lista, senza indicare il sindaco.

BALLOTTAGGIO C’è poi la questione della soglia per la vittoria a primo turno. Se nessuno dei candidati a sindaco ottiene almeno il 40% delle preferenze (e non più il 50), si va al ballottaggio. Una curiosità: nel caso (rarissimo) che due candidati a sindaco abbiano a primo turno lo stesso numero di voti (superiore al 40%), a decidere sono i voti presi dalle liste collegate o, in ultima istanza, la più giovane età. Al ballottaggio invece, a parità dei voti dei sindaci e delle liste, vince il più anziano.

VOTO DI GENERE Il consiglio comunale di Palermo scenderà da 50 a 40 inquilini, con un taglio anche ai gettoni di presenza; quelli di circoscrizione da 16 (15 consiglieri più il presidente) a massimo 10 (nove consiglieri più il presidente, a meno che Sala delle Lapidi non decida di tagliare ulteriormente). Altro elemento nuovo è il voto di genere, che ha la scopo di aumentare la presenza femminile nei consigli: in ogni lista, sia al consiglio comunale che in quello di circoscrizione, uno dei due generi non potrà essere rappresentato da più di due terzi dei candidati. In parole povere in una lista di 40 candidati per il consiglio comunale, almeno 13 dovranno essere donne; in una da nove per il quartiere, saranno almeno tre. Le liste per Sala delle Lapidi dovranno avere da 27 a 40 candidati, quelle per le circoscrizioni da sei a nove. Ma quante firme servono per presentare una lista? Per le liste non rappresentate in Parlamento da mille a duemila, con l’avvertenza che questa volta i controlli (dopo il caso M5s) sono stati annunciati come molto più serrati.

L’elettore potrà esprimere una o due preferenze per i consiglieri: nel caso di voto doppio, uno dovrà essere per un uomo e l’altro per una donna (pena la nullità della seconda preferenza). Il voto di genere però complicherà non poco le cose ai candidati. Stando agli annunci, nella prossima competizione elettorale abbonderanno le liste civiche, o meglio quelle che non potranno contare su un voto di opinione legato al simbolo del partito: in poche parole, i voti dovranno venire per la maggior parte dai candidati, contrariamente a quanto accaduto in passato. Per ottenere i seggi in consiglio comunale, la lista dovrà raggiungere almeno il 5% dei voti validi (tra 14 mila e 15 mila preferenze circa) che, suddivisi per 40 candidati (di cui almeno 13 donne), fanno una media di 300-400 voti a candidato. Motivo per cui gli sherpa delle coalizioni in campo stanno scegliendo con cura chi candidare.

PREMIO DI MAGGIORANZA Andiamo al premio di maggioranza, che nel 2012 consegnò una maggioranza bulgara a Orlando ma il cui meccanismo non è mutato. Il sindaco che vince al primo turno ottiene il premio (ossia il 60% dei seggi, cioè 24), a patto che le sue liste abbiano preso il 40%; al ballottaggio, il sindaco vincente ottiene comunque il premio a meno che le altre liste coalizzate non abbiano almeno il 50%. Un sistema che rende difficile ottenere il premio a primo turno, ma molto più agevole prenderlo al secondo. Attenzione, però: al calcolo della soglia del premio al ballottaggio, concorrono solo le liste che hanno superato il 5%. Inoltre un seggio va di diritto al miglior candidato sindaco sconfitto (che abbia ricevuto almeno il 20% delle preferenze).

CIRCOSCRIZIONI Per le circoscrizioni, non c’è soglia di sbarramento ma anche qui vige la regola secondo cui un seggio va al miglior candidato presidente perdente (il che fa scendere i posti a disposizione dei consiglieri a otto). Le firme necessarie vanno da 350 a 700 (a meno che la lista non abbia lo stesso simbolo di una presentata per il consiglio comunale). Valgono anche qui il voto disgiunto, il voto di genere e l’effetto trascinamento.

Infine è stata introdotta anche la mozione di sfiducia per il presidente del consiglio comunale, che deve essere approvata da almeno due terzi dei consiglieri.


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