PALERMO – Il governo regionale è al lavoro per una manovrina il cui valore complessivo si aggirerà tra i quaranta e i cinquanta milioni di euro. Massimo riserbo sulle misure allo studio ma di certo ci saranno novità per il mondo della sanità privata convenzionata, che da settimane chiede un intervento del governo regionale dopo l’introduzione nuovo nomenclatore tariffario con i tagli ai rimborsi delle prestazioni. La manovra conterrà poi una mossa contro il caro-voli: si punta sul taglio delle tasse.
Il governo guarda ad un nuovo ddl
La strada intrapresa dal governo è quella di un disegno di legge ‘ex novo’, con una decina di articoli. Nessun maxi-emendamento da agganciare ad uno dei ddl già in discussione a Palazzo dei Normanni. L’Esecutivo seguirà lo schema classico: un ddl da approvare in Giunta e poi trasmettere all’Ars per il via libera finale.
Giornate di lavoro intenso a Palazzo d’Orleans, dove il governatore Renato Schifani e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino hanno aperto il cantiere di quella che sarà la prima manovra del 2025 dopo l’approvazione della Finanziaria. Le risorse in campo arrivano dai fondi globali e da avanzi d’amministrazione.
Manovra, incontro governo-maggioranza
Schifani e Dagnino incontreranno lunedì i partiti di maggioranza per avviare il confronto sulle norme da inserire nella manovra. L’Esecutivo ha diverse idee da proporre ed è plausibile che nell’incontro verrà affrontato anche il tema delicato delle misure territoriali. Si tratta delle cosiddette ‘norme-mancia’ care ai deputati di entrambi gli schieramenti che in questo modo finanziano interventi nei propri collegi. Il governo in questa fase appare orientato a non concedere spazi di manovra per questo tipo di misure.
Sostegno alla sanità convenzionata
La misura principale, quindi, potrebbe essere rappresentata dall’intervento in soccorso dei privati della sanità, come i laboratori d’analisi, che lavorano in regime di convenzione. La cifra che il governo avrebbe messo a punto, secondo quanto trapela, si aggirerebbe sui 15 milioni di euro. L’obiettivo è colmare la differenza tra i rimborsi calcolati con il nomenclatore tariffario del 2024 e quelli con le tariffe del 2025 introdotte dal decreto del ministro Orazio Schillaci.

Deroga al Piano di rientro
Da diverse settimane il governo regionale ha avviato una interlocuzione con Roma per capire se ci sia la possibilità di dare una mano al settore nonostante i vincoli previsti all’interno del Piano di rientro dal disavanzo sanitario. La Regione, infatti, non potrebbe varare finanziamenti aggiuntivi in carico al proprio bilancio in virtù di quell’accordo varato per riparare agli sprechi del passato, ma il dialogo con il ministero della Salute avrebbe portato i suoi frutti.
La via d’uscita individuata, secondo quanto trapela, è quella che passa dalla deroga prevista nell’ultima Finanziaria nazionale. Il comma 322 dell’articolo 1 consente di derogare ai limiti massimi delle tariffe di remunerazione delle strutture che erogano assistenza in regime di convenzione, ma allo stesso tempo prevede alcuni precisi adempimenti nel caso in cui la Regione decidesse di avvalersi di questa possibilità.
Caro-voli, nuova sfida
Novità anche per la battaglia contro il caro-voli che la Regione ha intrapreso da tempo. Dopo l’ultimo maxi sconto sui biglietti attivato a Natale, è allo studio una norma che dovrebbe consentire agli aeroporti minori di aumentare il traffico diminuendo i costi per i viaggiatori. Si punta a finanziare l’azzeramento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco. È la tassa che viene caricata direttamente dalle compagnie aeree sul costo del biglietto e che nelle grandi città arriva fino a nove euro.

Gli aeroporti interessati dalla manovra
La misura avrà un costo complessivo di sei milioni di euro e sarà destinata soltanto agli aeroporti di Trapani, Comiso, Lampedusa e Pantelleria. Sul punto si stanno muovendo gli assessorati alle Infrastrutture, guidato da Alessandro Aricò, e all’Economia. Oltre alla dotazione finanziaria, infatti, bisogna scrivere la norma evitando di incappare nelle regole europee che vietano gli aiuti di Stato al settore.