No all’impianto di Sicula | in contrada Coda di Volpe - Live Sicilia

No all’impianto di Sicula | in contrada Coda di Volpe

La mozione consiliare.

"Criticità del progetto"
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CATANIA. E anche Catania dice no al gassificatore in contrada Coda di Volpe con una mozione del gruppo consiliare del M5s, a prima firma della consigliera Valeria Diana. Il motivo della richiesta è da ricercare in una serie di criticità del progetto presentato dalla “Sicula Trasporti srl”: la ditta non specifica la provenienza e la quantità dei rifiuti in entrata, i contratti di cessione, le quantità di syngas, vapore e elettricità prodotti, i processi di trasformazione e la compatibilità dei calcoli di produzione con i rifiuti disponibili.
Non sono state, peraltro, accertate né la compatibilità dell’intervento con il “Piano stralcio” dei rifiuti del 2018 e con il Piano d’Ambito, né le fonti di futuro approvvigionamento del rifiuto in ingresso all’impianto. Le quantità da trattarsi, poi, sono esorbitanti in relazione al fabbisogno della SRR di riferimento, anche in considerazione delle previsioni contenute nella bozza di Piano regionale di gestione dei rifiuti.

Il termovalorizzatore dovrebbe sorgere tra l’oasi del Simeto, l’area protetta dei Pantani Gelsari e la AZP (Zone di Protezione Speciale) Biviere di Lentini. A quasi 2 km sia dall’impianto di biostabilizzazione (di proprietà della “Sicula Trasporti”) in contrada Vaccarizzo, che dalla discarica di Grotte S. Giorgio (la più grande della Sicilia orientale, che accoglie i rifiuti di 290 comuni e che è in attesa di ottenere l’autorizzazione per il quarto mega-ampliamento) e dall’impianto di compostaggio “Sicula Compost”, che tratta 70.000 tonnellate all’anno di rifiuti. “Ci opponiamo alla realizzazione del progetto, tenuto conto delle criticità soprattutto per quanto riguarda la salute pubblica e l’ambiente” dice la consigliera Diana. “Non capisco – aggiunge – perché non si punti sulla differenziata che a Catania si aggira intorno all’11%, pratica virtuosa che abbatte il residuo in discarica e quindi il ricorso all’inceneritore”.


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