Orlando all'attacco di Monti: |"Ha perso incisività" - Live Sicilia

Orlando all’attacco di Monti: |”Ha perso incisività”

Nella puntata di ieri sera del popolare talk show condotto da Giovanni Floris, il sindaco di Palermo ed esponente di Idv si è espresso con toni forti nei confronti del premier Mario Monti: "È impigliato nei partiti ed ha privilegiato le banche. Prende tempo e perde incisività".

Il sindaco ospite a Ballarò
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Leoluca Orlando a Ballarò

PALERMO – Dopo il confronto fra i cinque candidati premier del centrosinistra nell’arena di X Factor su Sky, e l’anatema di Beppe Grillo, il talk show, inteso come format, è morto. Lo ha pronosticato Gianni Minoli, aggiungendo che questo è «l’ultimo giro di valzer per il racconto della politica come lo conosciamo». Solo questa campagna elettorale, poi si dovrà cambiare per forza.

Intanto, in attesa del ‘fact cheking’ (la redazione che smentirà o confermerà i politici in diretta) e considerato che gli ascolti non lo penalizzano, Giovanni Floris al suo Ballarò non pare intenzionato a rinunciare al confronto. Ecco dunque perchè il palcoscenico offerto dal noto programma di Rai 3, ambito per i politici soprattuto quando intendono rilanciarsi, diviene ieri sera un prestigiosa passerella per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

La drammaturgia è la consueta. In copertina: Montezemolo, la contestazione ai ministri a Carbonia, i disordini davanti alla Bocconi, le manifestazioni italiane ed europee. Il cartello ci mostra che la Spagna se la passa peggio di noi. I ragazzi in coda al cinema per l’ultimo film di vampiri – dove almeno è facile capire chi sono i buoni e chi i cattivi – sono fra il rassegnato e lo scanzonato. Crozza fa l’arabo-compra tutto, senza la solita verve: mancano i suoi bersagli preferiti e su Monti fare ridere è arduo. Meglio virare su Samorì, neo-candidato alle primarie Pdl («sembra uscito da una marca di sottaceti»). Altri ospiti: il presidente Istat Enrico Giovannini, Bruno Tabacci, Matteo Renzi, Flavio Tosi, Giorgio Airaudo, Lucia Annunziata. In collegamento Nando Pagnoncelli, e il capo della polizia Manganelli.

I buoni, a occhio e croce, dovrebbero essere i sindaci, ultimo baluardo della politica presentabile. E i cattivi? Floris prova con Monti. Tabacci dice: la politica economico-finanziaria globale. Annunziata addita il default dei partiti. Una catena. Il cui anello più debole è costituito, per l’appunto, dai sindaci. «La crisi vista dal basso» dice infatti Floris. Più in basso c’è solo la Grecia.

L’Istat rileva una difficoltà delle famiglie a mettere in tavola alimenti proteici. Roba da dopoguerra. Orlando, che della povertà ha certamente maggiore percezione rispetto ai sindaci del centro-nord, a Monti rimprovera l’essersi adagiato e aver preso tempo e perso incisività, l’aver privilegiato le banche e l’essersi impigliato nei partiti. Le banche, e i derivati: i cattivi. In mezzo una enorme quantità di studenti, impiegati, commercianti impoveriti e proletarizzati.

Che questo non sia il tema caro a Orlando, lo si capisce subito. La sua ‘primizia’ però la getta sul tavolo dopo almeno un’ora di trasmissione. Eccola: l’Ufficio di Presidenza di Italia dei Valori (che Pangoncelli dà al 3,1 %) ha deciso di invitare il suo elettorato a votare alle primarie del centro-sinistra, con l’eccezione dei vertici che non voteranno, e vuole aprire un confronto con chi ne sarà il vincitore. Temi? La discontinuità col governo Monti, il lavoro, referendum. La mossa è obbligata: intanto gli elettori di Idv si erano già riversati sul Pd, che infatti supera il 30%. Poi, a differenza di Tosi, che ha fatto il controcanto al governo del suo partito per almeno un anno, Orlando non si può permettere un eccessivo isolamento.

Palermo non è Verona, e neanche Firenze. Una certa freddezza comunque accoglie la notizia. Si coglie una cautela di Orlando in veste di ricucitore, rispetto al leader del partito Di Pietro (infatti non nominato, a vantaggio di una inedita collegialità dell’Ufficio di Presidenza), e la rivendicazione di una credibilità personale. Ma non c’è la sponda adatta.

Il programma galleggia: tutto è già noto, tutto già detto: auto blu, privilegi, mutui esosi, la signora Giulia e la sua pensione di 700 euro, la bolletta della luce. Tutti sono d’accordo sulla maggior parte dei temi. La differenza fra gli ospiti è questione di sfumature, di pessimismo o ottimismo. Persino Grillo, di cui si vede uno spezzone di discorso, sembra ecumenico e moderato. Tutti gli ospiti sono abbastanza sensati da sapere che i margini di manovra sono molto ristretti.  L’«alè» di Floris conclude mestamente la trasmissione.


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