Palermo 2022, Trizzino: "Alleati con il Pd se c'è discontinuità" - Live Sicilia

Palermo 2022, Trizzino: “Alleati con il Pd se c’è discontinuità”

Il deputato regionale M5s a tutto campo su Amministrative e Regionali

PALERMO – Un’alleanza in itinere tutta da costruire per le comunali palermitane. Il deputato pentastellato Giampiero Trizzino ammette il passo in avanti fatto con il tavolo di lunedì scorso ma non si sbottona. Usa parole pesate e ponderate, consapevole della delicatezza che il passaggio politico richiede. E torna a chiedere al Pd discontinuità dall’esperienza Orlando. Le regionali invece saranno tutta un’altra storia, Trizzino assicura la compattezza del blocco giallorosso e si augura che il candidato alla presidenza sia il frutto di un accordo tra le parti. Le primarie? Soltanto un piano b. 

Partiamo dal vertice di lunedì. L’alleanza con il Pd si sta cementando di giorno in giorno, sbaglio? 

Per adesso abbiamo utilizzato i condizionali, sia nel comunicato stampa sia durante la riunione, perché le posizioni a Palazzo delle Aquile non sono le stesse. Il primo scoglio da superare è capire come gestire questa possibile alleanza. Noi abbiamo fatto opposizione per quattro anni, loro a fasi alterne hanno sostenuto la giunta di Orlando. Insomma è un punto, che per questioni di coerenza con la nostra storia, non possiamo accantonare.

Mi pare che il Pd abbia parlato di Orlando come un’esperienza archiviata, no? 

Queste parole potrebbero confortarci, ma bisogna vedere in concreto. La discontinuità va manifestata con i fatti. Occorre poi ragionare sul perimetro della possibile coalizione e soprattutto su quali temi concentrarci per il rilancio della città. Solo allora avremo una idea più chiara.

Conferma la sua disponibilità a candidarsi. Come giudica lo strumento delle primarie per individuare il candidato?

Valuterò dopo la definizione del perimetro della coalizione. Ho sempre detto, discontinuità dall’amministrazione uscente. Per coerenza, nel momento in cui ciò non dovesse verificarsi, non sarò in prima linea. In ogni caso, continuerei a coordinare e lavorare da dietro le quinte affinché il Movimento possa fare le scelte migliori. L’incontro di lunedì scorso apre nuovi possibili scenari sui quali riflette, già dalla settimana prossima avvieremo dei tavoli di discussione sui temi per la città. Vedremo gli sviluppi.

Alla Regione invece Pd, Cinquestelle e sinistra stanno conducendo un’opposizione comune a Musumeci. Che schema ha in mente per le regionali?

Il discorso sulle regionali è più semplice perché veniamo da 4 anni di opposizione comune. Quasi la maggior parte degli atti che escono dal mio ufficio ultimamente sono firmati anche da Barbagallo e Fava: c’è un’intesa sui temi. Una settimana fa ne abbiamo presentato uno sul servizio idrico, ottenendo per altro un buon risultato perché il governo ha ritirato il ddl che contestavamo. Ad aprile sui rifiuti abbiamo fatto anche una conferenza comune con Barbagallo e Fava. Insomma, a livello regionale funziona molto più semplicemente che a livello comunale perché lì il Pd ha sostenuto un’amministrazione che ci ha visti contrapposti. E’ un ragionamento completamente diverso. 

Primarie sì, primarie no?

Le considero un piano b a cui ricorrere soltanto se non dovesse arrivare un nome condiviso dalla possibile coalizione. Allora le primarie possono essere una possibilità. Ma soltanto se non si riesce a trovare una quadra. Noi come Movimento Cinquestelle le abbiamo sempre utilizzate: io sono frutto di una primaria. Mi sono candidato nel 2012 e nel 2017 e il Movimento mi ha votato. Noi siamo nati con una selezione che viene dalla base. E’ naturale e non ci viene complicato, però, il candidato presidente è tutta un’altra cosa. Il candidato, se nasce da una coalizione, deve essere il frutto di un ragionamento comune, lo stesso vale per la squadra. 


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