PALERMO – I conti familiari erano in rosso, a volte per centinaia di migliaia di euro. Nonostante le esigue entrate nel 2012 Marina Gentile ha comprato una casa al civico 16 di via Simone Valguarnera, a due passi da via Libertà a Palermo. L’ha pagata 230 mila euro grazie alla donazione della madre Laura Bonafede.
Quella casa assieme ad altri beni sono stati sequestrarti dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani presieduto da Daniele Troja su richiesta della Direzione distrettuale antimafia palermitana.
“Sperequazione economica”
La “sperequazione economica” e la “pericolosità sociale qualificata” contestata alla maestra e amante di Matteo Messina Denaro hanno fatto scattare il provvedimento.
Che Laura Bonafede e il padrino deceduto avessero un legame speciale è emerso con evidenza dalla corrispondenza e dai diari del capomafia di Castelvetrano. La donna “manifestava addirittura il desiderio di ammalarsi di tumore pur di potere incontrare Matteo Messina Denaro senza destare sospetti fra i “nemici” delle forze dell’ordine.
Il primo incontro nel 1996
L’inizio della sua pericolosità viene collocata nel 1996, quando “Laura Bonafede ha chiesto e ottenuto di incontrare sia Matteo Messina Denaro, già latitante, sia il padre Francesco ed ha accettato l’aiuto poi ricambiato nel corso degli enti seguenti dalla cosca”.
Cosa Nostra si mise a disposizione in quell’anno orribile per la donna segnato, tra settembre e dicembre, dall’arresto del padre, il boss Leonardo Bonafede, e del marito Salvatore Gentile, che sta scontando l’ergastolo per avere commesso due omicidi su ordine di Messina Denaro.
“L’assenza di sufficienti risorse economiche lecite fa presumere che i beni entrati a far parte del patrimonio della donna e dei suoi familiari – scrivono i giudici nel decreto di sequestro – siano stati acquisiti con il ricavato delle condotte criminose e dunque frutto di attività illecite”.
L’importo complessivo delle entrate di Laura Bonafede del suo nucleo familiare non è stato sufficiente in alcuno degli anni presi in esame per far fronte alla “spesa media familiare e dagli impieghi effettuati in ogni anno il saldo è risultato negativo“.
“Massicci interventi edili”
Il ragionamento vale sia per gli anni in cui ha comprato case e terreni sia per gli anni successivi quando ha ristrutturato gli immobili. I finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno anche controllato e valutato i “massicci interventi edili” che nel 2003, 2017 e 2020 hanno cambiato il volto di case che prima erano “fatiscenti”.
I costi di ristrutturazione sono stati quantificati in 96 mila euro, a fronte dei 36 mila euro sborsati ufficialmente per comprarli. A proposito della casa a Palermo, i giudici scrivono che “anche di recente Laura Bonafede ha sostenuto le spese condominiali continuando a contribuire con ricchezze sproporzionate rispetto al suo reddito alle spese necessarie per la gestione dell’immobile”.
Che è finito sotto sequestro assieme a case e terreni in provincia di Trapani. Sommati ai beni sequestrati ad Andrea Bonafede il valore complessivo viene stimato in 1,4 milioni di euro.
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