Dal passante all'anello ferroviario| I cantieri che ingabbiano la città - Live Sicilia

Dal passante all’anello ferroviario| I cantieri che ingabbiano la città

Grandi opere appese a un filo e, mentre gli enti litigano, i palermitani fanno i conti con i disagi.

PALERMO – Trincee montate, lavori che procedono a rilento, scontri fra enti. E in mezzo residenti, commercianti e automobilisti. I grandi cantieri di Palermo, che siano il passante o l’anello ferroviario, non sembrano essere troppo diversi. Grandi opere milionarie, necessarie per snellire il traffico e cambiare il volto della mobilità del capoluogo siciliano ma che per il momento si limitano a ingabbiare la città con un grande punto interrogativo sul futuro.

In primis il passante ferroviario, mega-appalto da oltre un miliardo che, a un passo dal completamento, rischia di rivelarsi un’incompiuta. Il vertice alla Regione della scorsa settimana ha certificato la distanza tra la Sis, il consorzio che dovrebbe realizzare l’opera che collegherà il Falcone-Borsellino con Cefalù, e le Ferrovie che hanno la responsabilità del cantiere. Una distanza che vale 100 milioni di euro: tanto la società chiede in più a Rfi per poter completare i lavori, minacciando i licenziamenti. Questa settimana la Sis dovrebbe presentare un nuovo crono programma con cui capire quando riprenderà il collegamento con Punta Raisi, ma che sarà soprattutto un branco di prova per saggiare le intenzioni del consorzio.

Ma se il passante è ormai quasi del tutto completato (mancano all’appello lavori per 150 milioni e alcune stazioni sono già in funzione), ben diversa sembra essere la situazione dell’anello ferroviario. Un’opera travagliata, che ha accumulato tre anni di ritardi e che tiene in ostaggio diverse zone della città. Cantiere che è ormai stabilmente al centro di un triangolo tra la Tecnis, Rfi e il Comune, con quest’ultimo alla finestra. Non è un mistero che Palazzo delle Aquile preferirebbe la rescissione del contratto mettendo la parola fine a un’infrastruttura che finora ha comportato solo disagi, ma le redini sono saldamente in mano a Rfi che invece non ha alcuna intenzione di fermare i lavori. E così al Comune non resta che giocare le carte che gli restano in mano, provando ad alleviare il più possibile i disagi di commercianti e residenti.

In via Amari, per esempio, la Tecnis reclama l’area 5, ossia l’ultimo tratto fino a via Roma. Una richiesta che il Comune non ha alcuna intenzione di esaudire, almeno fino a quando non vedrà aumentare operai, macchinari e ritmi di lavoro. Uno scontro che nemmeno il nuovo crono programma ha attenuato, con la Tecnis che punta il dito contro l’amministrazione accusandola di provocare i ritardi.

Al Politeama, invece, di attività nemmeno l’ombra: si attende infatti una variante al progetto che consenta di salvare gli alberi. Variante che, secondo fonti interne a Rfi, sarebbe però in dirittura di arrivo: entro gli inizi di aprile, forse anche prima, si potrebbe iniziare, nonostante la piazza sia ormai da mesi chiusa e praticamente vuota. Una desolazione che ha spinto il Comune a pretendere (e ottenere) quantomeno la liberazione temporanea di una porzione dell’area.

E se al porto le divergenze con l’Autorità sembrano ormai appianate (resta da risolvere con la Capitaneria la questione di un fabbricato adibito a foresteria) e in via Crispi i lavori procedono a ritmo sostenuto, è in viale Lazio che sorgono i maggiori problemi. Qui infatti i mesi di ritardo sono circa tre, anche perché la posa dei pali interferirebbe con il binario dell’anello ferroviario che da Notarbartolo va a Giachery ed è regolarmente attivo. E’ per questo che Rfi ha chiesto al Comune di poter lavorare anche il sabato e la domenica, così da bloccare le corse dei treni nei due giorni in cui sono meno usate. Una tesi che non convince per nulla l’amministrazione: lavorare solo il sabato e la domenica richiederebbe tra i 15 e i 20 weekend, secondo le previsioni delle Ferrovie, il che significherebbe “condannare” i residenti a rinunciare del proprio riposo settimanale a lungo. Per questo Palazzo delle Aquile preferirebbe invece concentrare i lavori nel giro di pochi giorni, anche feriali, ma questo significherebbe dover interrompere le corse sui binari. Una divergenza di non poco conto che, al momento, sta bloccando i lavori lasciando Palermo nella sua gabbia.


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