Pubbliservizi, licenziati tutti |Oggi la lettera ai 379 dipendenti - Live Sicilia

Pubbliservizi, licenziati tutti |Oggi la lettera ai 379 dipendenti

Ieri le rassicurazioni ai dipendenti, oggi la temuta comunicazione. Ma ci sarebbero ancora margini di trattativa. Ontario: "Atto dovuto".

Città metropolitana
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CATANIA – E’ la lettera che speravano di non ricevere. Soprattutto dopo l’incontro di ieri con il sindaco della Città metropolitana di Catania, Enzo Bianco, che avrebbe assicurato loro un sereno Natale. E invece, per 379 dipendenti della Pubbliservizi, oggi, è arrivato l’avviso di licenziamento collettivo. Non certo una doccia fredda questa, dal momento che le condizioni economiche dell’azienda sono disastrose, tanto che l’amministratore unico, Silvio Ontario, ha deciso di portare le carte in tribunale, avviando così la procedura fallimentare. Ma sicuramente un duro colpo per i lavoratori che, negli ultimi mesi, hanno protestato e fatto sentire la propria voce, proprio per scongiurare la perdita del lavoro. Che oggi sembra l’unica alternativa.

Lo si legge nella stessa lettera inviata ai lavoratori, nella quale vengono ricostruite le azioni che l’attuale dirigenza della società ha posto in essere per evitare il licenziamento. E nella quale viene evidenziato come la risoluzione del contratto di lavoro possa ancora essere scongiurata. Occorre, però, che la Città metropolitana, committente dell’azienda, preveda più dei 700 mila euro stanziati per la proroga dell’attività aziendale fino al mese di dicembre 2017. Fondi insufficienti, però, per garantire la sopravvivenza di Pubbliservizi che, solo di personale, spende un milione di euro.

“Per l’anno 2018, allo stato – si legge nel documento – non vi è alcuna certezza di un rinnovo del contratto di affidamento di servizi e, comunque, la Città metropolitana ha già comunicato che un eventuale rinnovo potrebbe essere disposto solo alle medesime condizioni economiche della proroga”.

Ontario, nella lettera, spiega anche come, “per contenere i costi, la società ha già provveduto a mettere in atto una serie di interventi unilaterali, attraverso il blocco delle erogazioni economiche (superminimi individuali e progressioni verticali), che hanno comportato un risparmio di circa il 14% del costo complessivo del lavoro e quindi, non hanno consentito di raggiungere l’obiettivo di contenimento della misura percentuale necessaria (oltre il 50% dell’attuale costo del lavoro)”.

Questo il motivo per cui è stato chiesto ai lavoratori un ulteriore sforzo, attraverso il ricorso al Fondo di rotazione sociale e una percentuale di riduzione oraria del 37%. Proposta respinta dalle organizzazioni sindacali. Da qui l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo. “Solo un rinnovo del contratto di servizio da parte della Città metropolitana – si legge ancora –  a condizioni economiche tali da sostenere i costi di funzionamento, potrebbe (in tutto o in parte) scongiurare la cessazione dell’attività aziendale”.

L’azienda e il suo amministratore, si dichiarano comunque disponibili a valutare soluzioni alternative alla riduzione del personale, ma al momento “diventa indifferibile l’adozione di un provvedimento che comporta la risoluzione del rapporto di lavoro con tutti i dipendenti.

Che, stando ai sindacati, sarebbero disposti a scendere a patti, ma solo di fronte a un contratto. “Per quanto riguarda il Fondo di Integrazione sociale – spiega Paolo Magrì della Cisal terziario – allo stato attuale, riteniamo che non vi siano le condizioni né i presupposti per applicarlo. I lavoratori sono disponibile a fare il sacrificio – aggiunge – ma prima occorre garantire la continuità aziendale per almeno 3 anni. A quel punto, i lavoratori accetteranno la riorganizzazione”.

Magrì poi sottolinea il fatto che occorra comunque che la Città Metropolitana metropolitana stanzi i fondi necessari per garantire l’occupazione dei lavoratori ma soprattutto per garantire i servizi. “Attualmente – dice il sindacalista – sono questi a non poter essere garantiti. Ieri abbiamo chiesto al sindaco di verificare quali introiti si possano destinare a servizi fondamentali come la pulizia e la manutenzione delle strade. Bianco ci ha dato la parola che si occuperà di questo e noi speriamo che questa parola sia mantenuta. Certo – conclude – fa sorridere la tempistica: ieri ci dicono di stare tranquilli e oggi riceviamo le lettere di licenziamento”.


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