Il comizio di Berlusconi a Palermo | Una partita tra Regionali e Politiche - Live Sicilia

Il comizio di Berlusconi a Palermo | Una partita tra Regionali e Politiche

Al teatro Politeama tutti i big di Forza Italia in Sicilia. In prima fila anche Francesca Pascale.

PALERMO –  Il Politeama è pieno di sostenitori e militanti, con l’inno ufficiale di Forza Italia che suona dagli altoparlanti e uno schermo passa i video di vecchie visite di Berlusconi in Sicilia. Quelle di quando il suo partito riuscì a vincere sessantuno a zero alle elezioni nazionali. L’intenzione di oggi è di ritrovare quello spirito vincente, e si ritrova in ciascuna delle persone raccolte in sala, dai militanti che arrivano da tutta la regione per esporre i propri striscioni allo stato maggiore di Forza Italia ricompattato in vista delle elezioni regionali di domenica. Prove generali di un centrodestra che aspira di nuovo alla vittoria, con Silvio Berlusconi a fare da grande architetto e la Sicilia come opera prima. In prima fila, accanto all’aspirante vicepresidente della Sicilia Gaetano Armao, siedono Francesca Pascale, il senatore Antonio D’Alì e la moglie. Con loro anche i parlamentari Renato Schifani, Gabriella Giammanco e Renata Polverini. Berlusconi arriva sul palco con il commissario di FI in Sicilia Gianfranco Micciché e con Vittorio Sgarbi, che poi, tornato in platea si è seduto in prima fila, ma per terra.

Gioca una partita nazionale per tutta la durata del suo intervento, Berlusconi. Che accenna a quella siciliana solo di rimando, come pezzo di un puzzle più grande. “Non è vero quello che dicono del centrodestra – dice Berlusconi attaccando il governo Crocetta – noi abbiamo governato per nove anni, la sinistra invece per quarant’anni. E i numeri lasciati da Crocetta sono un disastro, siamo al duecentotrentasettesimo posto su duecentosessanta regioni svantaggiate in Europa, il debito pubblico è aumentato del quarantacinque per cento, in Sicilia lavorano più di un milione di persone in nero.”. Una Sicilia in cui invece Berlusconi propone la sua ricetta, un programma per le prossime elezioni politiche: “Se vogliamo dare un futuro all’Italia e alla Sicilia, dobbiamo procedere con una riorganizzazione scientifica. Serve più attenzione per le imprese e una detassazione generale, tagliando le imposte sulla prima casa e la tassa di successione”. L’ex cavaliere torna poi su un suo vecchio cavallo di battaglia, la riforma della giustizia: “Se adesso un ladro viene trovato innocente e assolto, nella maggior parte dei casi il Pm non ha conseguenze. Noi vogliamo la separazione delle carriere”.

Proposte che per Berlusconi sono sostenute dal centrodestra anche in Sicilia: “Ho letto il programma di Musumeci e lo approvo in pieno. Prevede come prima cosa di sostenere le imprese, dare un taglio allo svantaggio competitivo alle aziende. Creare, dunque, una fiscalità di sviluppo. Credo – prosegue poi Berlusconi – che sarebbe efficace una misura che dicesse ai siciliani andati all’estero che, se tornano in un certo lasso di tempo, non pagheranno tasse per i prossimi dieci anni”.

Il leader di Forza Italia fa cenno poi alla questione degli “impresentabili”: “Qualcuno ha sollevato il dubbio sui candidati nelle liste, ma questo è un sistema democratico: se non vi piacciono non li votate. Musumeci è un esempio di onestà e concretezza, quando ha governato la provincia di Catania non ha avuto mai una critica”. Il leader di Forza Italia presenta poi Gaetano Armao, designato assessore all’economia da Musumeci: “Una persona di grande competenza, credo che nessuno come lui conosca le necessità della vostra terra”. Ovazione, infine, alla presentazione di Vittorio Sgarbi, presente in sala, designato assessore ai Beni culturali.

Ma è sempre quello nazionale lo scenario preferito di Berlusconi. Che parla dei Cinque Stelle, “pauperisti e giustizialisti” che vorrebbero “mettere, come in Francia, tasse pesanti sulla casa e sulla successione. Vogliamo fare scappare davvero quelli che i Cinque Stelle odiano? Gli imprenditori, i risparmiatori? Chi vota per i Cinque Stelle – è la conclusione di Berlusconi – è una persona che non ragiona, che non ha testa. Vogliono un uso politico della giustizia contro i loro avversari politici, e anche questa è una ragione per non votarli mai”.


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