PALERMO – L’unica certezza è che le primarie aperte non faranno parte del percorso che porterà il Partito democratico siciliano ad eleggere il suo nuovo segretario. Resta però un grande punto interrogativo su come sarà il partito che arriverà all’appuntamento di primavera. Bisognerà capire se le ferite profonde provocate dall’assemblea dell’Astoria Palace potranno essere sanate o se arriverà la classica quiete dopo la tempesta, con un tentativo estremo di ricomporre i cocci.
Pd, la folle serata dell’Astoria Palace
Niente primarie, quindi, con buona pace di quei deputati europei, nazionali e regionali che avevano chiesto alla segretaria Elly Schlein di intercedere in questo senso presso il suo omologo in Sicilia, Anthony Barbagallo. In tanti nella serata dell’Astoria conclusa tra urla, spintoni e accuse di brogli avevano lanciato l’ultimo appello al responsabile organizzativo nazionale Igor Taruffi: “Primarie sul modello che premiato proprio Schlein, o almeno trasparenza sul voto dell’assemblea”.
Taruffi e quella frase sulle primarie in Sicilia
Che anche l’ultimo estremo tentativo di mediazione sarebbe naufragato, lo si era intuito anche prima della contestatissima votazione. L’inviato del Nazareno, nel suo secondo intervento, aveva smesso i panni dorotei che poco si addicono ad un ex Rifondazione comunista per lasciar trasparire, complice anche la comprensibile tensione accumulata col passare delle ore, la propria posizione: “Paragonare le primarie che hanno portato all’elezione di Schlein a quelle che dovrebbero svolgersi qui è una favola”. Apriti cielo.
Duello Taruffi-Burtone
A vuoto anche l’appello lanciato da Bruxelles dall’eurodeputato Giuseppe Lupo: “Si facciano le primarie, no a un congresso sul modello Covid come fu per Morgantina”. Tra Burtone e Taruffi, poi, anche un acceso scambio di battute: “Questo partito non è casa tua”, ha urlato il parlamentare catanese al ‘compagno’ venuto da Roma, che ha risposto per le rime: “Non è neanche casa tua”. Non è stato l’unico duello verbale della serata tra i due.
L’assemblea del Pd al voto
Niente primarie, quindi, con Barbagallo che ha incassato il voto dell’area Cracolici: “Non mi convincono”, ha tagliato corto l’esperto parlamentare regionale dem. Astenuti per protesta i componenti del fronte dei gazebo mentre l’astensione dell’ex presidente regionale del partito, Antonio Ferrante, va intesa come equidistanza dalle parti in causa. Con la linea Barbagallo, che prevede il coinvolgimento esclusivo degli tesserati nella scelta del nuovo segretario, anche la deputata regionale Valentina Chinnici.
La bagarre in sala
Su tutta la votazione pesano i dubbi di chi ha contestato fin da subito la conduzione dei lavori da parte di Taruffi. Tra questi, oltre a Burtone, i colleghi deputati all’Ars Fabio Venezia e Tiziano Spada, oltre all’esponente dell’area Orfini Antonio Rubino. Inutile la richiesta di una verifica preventiva sui delegati collegati in remoto con l’appello nominale. “Faremo tutte le verifiche e il risultato sarà certificato”, le parole di Taruffi in una assemblea diventata ormai una bolgia. la risposta dal fondo sala è stata emblematica: “Vergognati”.
Il risultato ufficiale
Chiarito, invece, il giallo che si era creato rispetto al messaggio di “certificazione” che era arrivato ieri sera rispetto al risultato della votazione: i 155 votanti, come spiegano dalla segreteria regionale, si riferivano ai presenti attraverso la modalità in remoto. Resta quindi 169 l’esito finale del voto. Restano, però, anche i sospetti sui presenti online. Uno di questi è arrivato dalla denuncia fatta dal segretario provinciale di Trapani, Domenico Venuti, che ha chiesto delucidazioni su un delegato che risultava collegato ma che in realtà non era davanti al pc.
Barbagallo: “Spettacolo non edificante”
Al termine dell’assemblea Barbagallo, che in apertura aveva dato fuoco alle polveri criticando gli attacchi interni “da parte di chi, poi, è prono col centrodestra”, ha lanciato messaggi di distensione:” Non è stato uno spettacolo edificante ma ora bisogna ripartire costruendo l’alternativa alle destre”. Dal fronte opposto, però, continuano i segnali di guerra nei confronti di un segretario che, a detta dei dissidenti, avrebbe “come unico pensiero la propria ricandidatura alle prossime elezioni politiche”.
![Anthony Barbagallo Pd](https://livesicilia.it/wp-content/uploads/2025/01/Anthony-Barbagallo-Pd.jpeg?w=1600)
Rubino: “Barbagallo insulta chi non è con lui”
“L’ultimo capolavoro di Barbagallo è che nel Pd siciliano non ci si potrà incontrare più per un lungo periodo – è la riflessione di Rubino a tarda sera -. Gli insulti che ha rivolto verso chi non la pensa come lui sono solo l’epilogo di una stagione devastante. Un segretario regionale che pensa questo della comunità che dovrebbe dirigere dà la cifra di quello che è“.
Pd, prima dimissione: Altadonna saluta
E questa mattina inizia l’effetto domino rispetto ai fatti di lunedì sera. Salvo Altadonna, consigliere di circoscrizione a Palermo e componente dell’assemblea del Pd, annuncia le proprie dimissioni. “Ho messo a disposizione la mia professionalità per questa segretaria regionale ma a nulla è valso – dice -. Mai un stimolo è giunto da Barbagallo per iniziative legate al contrasto alla povertà educativa e così il dipartimento che avrei dovuto coordinare ha svolto la sua attività solo su Palermo. Invece, di contro, ha lavorato sodo per dividere il Pd e lo scenario di ieri ne è la massima rappresentazione”.
Altadonna: “Regole alterate”
Altadonna critica apertamente anche Taruffi: “Speravo che il partito nazionale si sarebbe mosso nella logica della responsabilità ma dopo l’intervento del responsabile organizzazione nazionale, che ha consentito lo svolgimento di un’assemblea dove sono state palesemente alterate le regole, ritengo che la mia faccia non possa più essere affiancata a questa dirigenza regionale”.