Indagato Pippo Digiacomo | Si scontrò con Crocetta e Candela - Live Sicilia

Indagato Pippo Digiacomo | Si scontrò con Crocetta e Candela

L'accusa è turbativa d'asta. Il parlamentare sollevò dubbi su un appalto da 120 milioni all'Asp di Palermo sull'efficientamento energetico. Il governatore reagì con parole durissime, mentre il manager presentò un esposto in Procura. Gli inquirenti hanno chiesto la proproga delle indagini.

 

II presidente della commissione Salute
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PALERMO – Un avviso di proroga delle indagini è stata recapitata a casa del presidente della commissione Salute all’Ars Pippo Digiacomo. L’accusa è quella di turbativa d’asta. Una indagine che riguarda il cosiddetto “efficientamento energetico” all’Asp di Palermo. Un appalto da 120 milioni che era stato al centro di una polemica tra il deputato del Pd e l’attuale direttore generale dell’Azienda sanitaria palermitana Antonino Candela.

Alle critiche di Digiacomo, Candela reagì con una esposto in Procura. L’inchiesta intanto proseguirà per altri sei mesi, come è stato comunicato al parlamentare. Digiacomo qualche giorno fa ha comunicato il fatto durante una seduta della commissione Salute, che presiede, mettendo sul piatto anche le sue dimissioni. “Ho detto ai miei colleghi deputati – ha commentato Digiacomo – se ritenevano opportuno che io facessi un passo indietro. Ho ricevuto invece la massima solidarietà e, all’unanimità, la richiesta di restare al mio posto”.

Nel luglio scorso, la “lite” aveva coinvolto anche il presidente della Regione Crocetta. Digiacomo, infatti, aveva sollevato dei dubbi sull’effettivo risparmio che sarebbe arrivato dall’appalto sull’efficentamento energetico e anche sul vincolo (13 anni) dell’affidamento. E ricevette in quel caso la durissima replica del governatore Crocetta: “Sembra che l’onorevole Digiacomo – scrisse il governatore in una nota – negli ultimi tempi si stia divertendo a recitare a soggetto, solo che non avendo studiato all’accademia di arte drammatica, gli spettacoli gli vengono male. Digiacomo – aggiunse – vuole intervenire su una attività gestionale che appartiene per legge solo ai dirigenti e neppure al governo? Il governo non si occupa di fatti che attengono all’autonomia gestionale dei dirigenti e il direttore Candela ha fatto delle scelte la cui competenza gli appartiene per legge. C’è una violazione di legge? Non credo. Il Digiacomo non butti in politica ciò che non ha nessuna connessione con la politica”.


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