Sicilia, vertice di maggioranza fissa data elezioni ex Province

Centrodestra in conclave per 4 ore, il 15 dicembre le ex Province al voto

Commenti

    Strane alleanze!

    e mentre questi grandi politici (schifani, cuffaro, lombardo, etc) si accordano su come spartirsi poltrone e nomine, a palermo a breve sarà razionalizzata l’acqua per colpa di una politica inadeguata che non sa governare e gestire le emergenza.
    unica soluzione scappare da questa terra, impossibile cambiarla se la gente continua a votare questi personaggi di vecchia politica che non sono stati capaci di fare nulla per la sicilia…

    Tutti personaggi da più 30 anni in politica. Quando decideranno di ritirarsi? È da troppo tempo che si spartiscono poltrone. Che cosa hanno fatto di buono per essere ricordati?

    Quali sarebbero questi grandi politici…che diamine racconta, fanno ridere i polli. Io li cambierei subito.

    Obiettivamente, tranne qualcuno di costoro forse è un pochino meritevole di considerazione . Non ci sono ideali, non ci sono programmi e non ci sono intenti tali che li rendano utili e prodighi e attenti verso i veri problemi dei Siciliani. Noi li votiamo e li sostenhamo per il nostro radicato servilismo che è insito nel nostro DNA. Abbiamo timore di loro. Non li votiamo certo valutando le loro capacità e il loro senso dello Stato e delle istituzioni o per la loro bella faccia. Questo vale a sinistra e a destra. In concreto non siamo liberi a votare. Gli ideali sono morti e sepolti dalla caduta del muro di Berlino. Costoro ne costituiscono la dimostrazione passando da un partito all’altro con facilità solo per garantirsi la poltrona. Sono essenziali le loro indennità così spropositate da non provare vergogna pur essendo rappresentati del popolo. Si tratta in Sicilia più o meno di eletti poco più di un centinaio di persone. Sono lontani istituzionalmente dai problemi generali delle persone e la loro azione e il loro concetto e modo di fare politica è il clientelismo. A loro ci volgiamo spesso per ottenere i nostri diritti e risolvere i nostri problemi personali. Siamo costretti a farlo fino a perdere la nostra dignità. Non li stimiamo. Ma il nostro bisogno prevale. Loro hanno creato un sistema clientelare dal quale non riusciamo a sfuggire. Siamo vittime di questo distema. Loro non sanno quanto costi un kg di pasta. Con 15000 euro al mese di indennità sono lontani dalla realtà. In Sicilia non c’è lavoro, non funziona nulla. Manca l’acqua e non è un problema dovuto alla siccità. Non ci sono le infrsdtrutture essenziali. La sanità non funziona eppure i manager sono pagati a peso d’oro. Non vengono nominati per la loro capacità e vompetenza, ma secondo il partito di apoartenenza. Non è questa democrazia e una sorta di oligarchia composta da persone prive del senso vero della politica e pronti soltanto a fare promesse in campagna elettorale sostenuti da amici motivati da necessità e bisogno. Quindi è un volta stomaco sentire parlare solo di spartizione di torta tra di loro che da un’evidente segno di occupazione della cosa pubblica sempre in corsa e assenti nel pensare ai problemi veri dei cittadini. Migliaia di giovani formati fuggono dalla Sicilia e costoro non pensano a come fermare questo esodo inarrestabile. La povertà è sempre più diffusa. È sconveniente per un giovane stare in Sicilia senza alcuna prospettiva. Mentre asdistiamo alle loro beghe protese per conquistare potere e consenso grazie al nostro servilismo e timore spinto dai nostri bisogni. È tutto da cambiare iniziando dalla legge elettorale e fino alle loro indennità che sono uno schiaffo alla povertà. Ma solo loro hanno la soada dalla parte del manico. Dovremmo disertare il voto per dire che siamo scontenti di loro e del loro sistema. Rappresentano una decadenza non solo politica, ma soprattutto morale.

    Una maggioranza fracca allora come al solito.

    Non credo che voterò nessuno dei suddetti ….amen…

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Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

Peccato che il 95% dei siciliani che tornano dal nord per le festività natalizie già il biglietto aereo (carissimo!!!) l'avevano comprato, non potendo aspettare i comodi della Regione Siciliana e rischiando di non riuscire ad acquistare il biglietto del treno partecipando ad una sorta di click day. Iniziativa deplorevole e iniqua!

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