Villabate, omicidio-suicidio: la collera, "speravo di salvarli"

La gelosia e la collera: l’orrore di sera in quella casa a Villabate

La ricostruzione dell'omicidio-suicidio. Un amico ha lanciato l'allarme dopo il post social
LA TRAGEDIA DI VILLABATE
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2 min di lettura

PALERMO – Salvatore Patinella si sentiva tradito. La relazione con Giovanna Bonsignore era naufragata dopo anni di convivenza. Lui dava la colpa alla presenza di un altro uomo. E ha deciso di scrivere la parola fine con un omicidio-suicidio. Ieri ha ucciso la compagna con un bisturi e poi si è tolto la vita.

Il post su Facebook

Ci sono anche dei passaggi pieni di collera nel lungo post con cui ha annunciato su Facebook il “gesto atroce che sto per compiere”. Lo ha scritto circa un’ora prima della tragedia. Il primo a leggerlo è stato un suo amico, Maurizio Licata, originario di Caltanissetta, lavora nelle Marche. Avevano studiato insieme all’Accademia delle Belle arti di Palermo.

VIDEO Villabate, dentro la casa dell’omicidio-suicidio

“Inizialmente pensavo fosse uno scherzo, poi ho capito che si poteva consumare un dramma. Così ho chiamato i carabinieri”, racconta. “Speravo che la mia telefonata fosse servita a salvargli la vita. Credevo che si volesse suicidare lui. Poi quando ho letto questa mattina la notizia ho compreso la notizia – aggiunge Licata –, una tragedia. Sono davvero dispiaciuto. Siamo social, ma in fondo in questa vita siamo soli. Il messaggio su Facebook è l’ennesimo esempio”.

Covava rabbia

Patinella covava la rabbia. Su Facebook ha scritto: “Non riesco più a dormire, più a mangiare arrivando alla follia da circa un anno sei totalmente cambiata, subisco la tua assenza, il tuo continuo, cantare mattina, pomeriggio e notte”. Giovanna aveva la passione per il canto.

Rabbia e gelosia. “Da tutti mi sarei aspettato un tradimento alle spalle ma non da te”, ha scritto. Rimproverava alla sua compagna il fatto di sentirsi con un altro uomo. Le controllava il telefono.

“Per tutto ciò che probabilmente hai già fatto o avresti potuto fare, le stesse cose che hai fatto con me con un altro uomo mi ha fatto letteralmente squilibrare”, ha scritto, cercando una impossibile giustificazione al suo gesto.

“Da buono uno purtroppo diventa cattivo.. non auguro a nessuno di cadere nel dolore nella mia depressione, sentirsi contorcere le viscere sentirsi considerato – ha aggiunto – cos’è il coraggio? ognuno di noi a modo proprio ha il suo coraggio specialmente nei confronti delle persone comuni come noi, solo il Creatore può giudicare il coraggio solo lui può giudicare cos’è giusto e cosa non lo è”. Poco dopo ha usato un bisturi per recidere la vita “della mia principessa” (così chiamava Giovanna)” e la sua al primo piano di una palazzina a Villabate.

Casa a soqquadro, lei ha tentato di fuggire

La dinamica dell’omicidio-suicidio va ricostruita con esattezza. È certo che la donna è stata colpita più volte con un bisturi (Patinella lavorava all’ospedale di Partinico) prima del fendente mortale alla gola. Ha cercato di difendersi, di fuggire visto che il sangue era in più stanze della casa ritrovata a soqquadro dai carabinieri della compagnia di Misilmeri. I corpi erano in uno stanzino, dove non è escluso che l’uomo l’abbia trascinata dopo averla assassinata e prima di tagliarsi la gola.


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